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nella conversazione con Marion
(come quando fatica a pronunciare
la parola "bagno"
o si lancia in un'invettiva
contro gli ospedali psichiatrici)
non dà l'impressione
di essere artefice di un delitto
efferato, o tantomeno di esserne
l'indiretto testimone. Se avessimo
assistito a una sparizione incomprensibile
della stessa Marion senza "vedere"
la sua fine miseranda, probabilmente
i nostri sospetti sarebbero
andati sul bel Sam. E tutto
questo perchè il film
ha la capacità di esprimere
le contraddizioni e il dualismo
del bene e del male nelle stesse
persone, |
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e lo spettatore sembra fin dalle
prime sequenze consapevole di
questa realtà."A
volte ci si getta deliberatamente
in trappola". L'uso del
b/n, come del Red Harring, la
celeberrima sequenza dell'assassinio
nella doccia o le due sequenze
in cima alle scale (quando viene
ucciso il poliziotto o quando
Bates trasporta la vecchia madre
in cantina) sono alcune tra
le tante particolarità
tecniche di un film costruito
come una "trilogia"
separata dall'incombenza della
morte, o (alla fine) della "rivelazione".
Ma in assoluto la più
grande innovazione di Psyco
sta tutta in quella giostra
temporale dove Marion immagina
il susseguirsi degli eventi
nell'ufficio dove lavora in
conseguenza al suo furto e alla
sua improvvisa scomparsa: qui
Hitch è straordinariamente
abile a "suggerire"
un film volutamente occultato,
dove ogni frase, comprese quelle
del principale di Marion, amplifica
e legittima un percorso narrativo
che non c'è. Oltretutto
il depistaggio del "denaro"
raccolto in una borsa è
una delle ricorrenti contraddizioni
del film, avendo un significato
(questo sì) superfluo
rispetto alla storia: la stessa
Marion si pente del suo gesto
e decide di tornare l'indomani
a Phoenix, mentre l'assassino
(o assassina?) della povera
ragazza non prova alcun interesse
per "la proprietà"
altrui, pur ignorando che quella
borsa contenga una cifra da
capogiro. In un certo senso
la mitica sequenza dell'assassinio |
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nella doccia
- che si avvale di infinite
imitazioni nel cinema, dal De
Palma di "Dressed to kill"
all'amabile parodia di Mel Brooks
in "Alta tensione"
- radicata più di qualunque
altra nella memoria degli spettatori
- chiude un cerchio senza aprirne
un altro. Il rassicurante dectetive
privato viene soppresso, e la
stessa fine rischiano di fare
la sorella Lila e Sam, quando
tentano di scoprire la verità
sulla scomparsa di Marion. Come
giustamente rilevato dalla critica
"nessuna identificazione
durevole è consentita,
tutti i personaggi sono ugualmente
minacciati e non si sa chi sopravviverà
fino alla fine del film".
E' difficile comunque comprendere
se siano più importanti
gli elementi tecnici del film
o l'abilità del regista
di depistare o preannunciare,
con frasi ad effetto, i (comunque
imprevedibili) eventi. Dal punto
di vista tecnico, va sottolineata
la cura con cui fu realizzata
la morte del dectetive, interpretato
da Martin Balsam: egli viene
pugnalato a morte, prima mediante
un dolly e successivamente facendo
sedere l'attore su una sedia
dove doveva agitare le mani
e rovesciare la testa, in quanto
dietro di lui venivano proiettate
le immagini della scala che
portava alla camera della madre
di Bates. L'effetto è
ingannevole, perchè dà
l'esatta dimensione di un uomo
che sta per perdere l'equilibrio,
ma non è così.
E veniamo infine al personaggio
di Norman Bates, prima di essere
colui che "esisteva a metà,
di cui l'altra metà ha
preso il sopravvento".
In realtà Bates è
il prototipo di un'imprudente
forma di schizofrenia che ha
un passato scomodo, ma il pubblico
di Psyco ancora non lo sa. Uso
il termine "imprudente"
perchè, davanti alla
rivelazione dello sceriffo del
luogo sulla vera storia di Bates
e della madre (pubblicamente
morta da un decennio) l'ossessiva
forma necrofila di sopravvivenza
da parte di Bates, specialmente
nei riguardi degli sconosciuti,
presenta la crepa più
evidente della sua carente salute
mentale. Da notare che Hitchcock
filma la sua duplicità
(e ancora una volta rivelando
ciò che ha sempre negato,
la profonda ambiguità
del personaggio rispetto alla
storia) con l'uso della mdp,
come in una sequenza dove il
suo volto appare diviso a metà,
ora in ombra ora in luce: è
nella prima parte del film,
quando spia Marion dal buco
della serratura mentre si spoglia,
prima e dopo. Altrettanto inquietante
è quando, dopo aver scoperto
il cadavere della donna uccisa
dalla madre (?!), pulisce con
cura ogni cosa, carica il corpo
nell'automobile e trasporta
la vettura nello stagno: superato
l'impatto iniziale con l'agghiacciante
sequenza che gli si presenta
davanti, Bates compie questi
gesti con impassibile freddezza,
e con uno scrupolo insospettabile
per un presunto psicolabile.
Nel "catturare" tutte
queste cose, Hitchcock non è
esente da errori, specialmente
nella descrizione dello sceriffo
e della moglie, amabilmente
ottusi e superficiali, che invitano
a cena la sorella di Marion
(Vera Miles) e Sam come...( continua)
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