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VORREI VEDERTI BALLARE - RECENSIONE
Vorrei vederti ballare recensione
Recensione

recensione di M. Chersicla
[Vorrei vederti ballare recensione] - Martino (Giulio Forges Davanzati) è un semplice ragazzo di vent'anni con la passione per le tartarughe e il grande sogno di poter diventare un giorno un biologo. Purtroppo, però, il giovane è costretto a seguire le orme professionali del padre (Alessandro Haber), un rinomato psicologo che opprime in continuazione il figlio tentando di costruirgli un futuro a suo piacimento. Martino, oltre alla passione delle tartarughe, ogni giorno sbircia dalla finestra Ilaria (Chiara Chiti), una ragazza sconosciuta per la quale prova qualcosa e quando, casualmente, scopre che la fanciulla è una paziente del padre, il giovane mette in atto un piano d'azione per poterla conoscere. Il ragazzo intraprendente si finge uno psicologo e, appropriandosi dello studio di famiglia, comincia a tenere delle sedute con Ilaria, la quale soffre di anoressia. Vorrei vederti ballare è a tutti gli effetti il debutto cinematografico di Nicola Deorsola, regista e curatore di molti backstage di film italiani come "Il mio miglior nemico" e una delle "spalle destre" di Garrone. Analizzando il film non si può non paragonare i personaggi della storia con le tartarughe che fanno da sfondo alla vicende narrate. Tutti i protagonisti, da Martino a Ilaria, dai genitori dei due ragazzi ai simpatici camei di Giusy (Paola Barale) e Gastone (Gianmarco Tognazzi), incarnano a loro modo il carattere peculiare per eccellenza della tartaruga: la lentezza, lentezza che in questo film viene rappresentata come la lentezza dei sentimenti, la lentezza dell'amore, della comprensione, la lentezza del buttarsi in qualcosa a capofitto, la lentezza dell'attesa. Il padre di Martino è "lento" perché dopo sette anni deve ancora riprendersi dalla morte della moglie, la madre di Ilaria (Giuliana De Sio) analogamente non vuole accettare la fine del suo matrimonio e fatica a capire le cause della malattia della figlia, Martino non riesce ancora a ribellarsi al padre mentre Ilaria non è ancora pronta per gridare al modo intero le cause della sua sofferenza, Giusy e Gastone sono, a loro modo, in attesa di cominciare a vivere realmente le proprie vite. Vorrei vederti ballare è un film che presenta un insieme di personaggi statici che, man mano che la storia procede, riescono ad evolvere e ad emozionare lo spettatore. Tecnicamente la pellicola ricorda un po' i lacrima-movie (genere in voga in Italia a cavallo tra gli anni '60 e '70), anche se ha molte peculiarità appartenenti al melò: fotografia è un po' spenta, colonna sonora malinconica con testi in francese, trama romantica apparentemente assurda che alla fine si rivela, invece, per nulla scontata. Pur non essendo un capolavoro, Vorrei vederti ballare non è assolutamente un film da bocciare. Il cast, supportato da nomi importanti come Tognazzi, De Sio e Haber, sorprende con i due giovani protagonisti: la Chiti regge bene il suo debutto sul grande schermo, mentre Forges Davanzati conferma maggiormente il suo incredibile talento già espresso nei palcoscenici di tutta Italia con "Il laureato". Inoltre, a differenza di molte pellicole italiane, Vorrei vederti ballare è una delle poche che presenta un potenziale internazionale, esportabile all'estero, in quanto da un lato racconta una storia in cui ci si può facilmente identificare pur non essendo italiani, dall'altro è priva di quella comicità televisiva - di quei puzzle di sketch in stile "Zelig" - che da qualche anno a questa parte si è insediata nelle commedie cinematografiche. L'unica nota dolente di Vorrei vederti ballare, perciò, sembra essere il titolo che può in qualche modo sviare lo spettatore, facendogli credere che il film tratti di danza; personalmente, avrei trovato più adatto qualcosa del tipo "il valzer lento delle tartarughe", ma si sarebbe rischiata una denuncia visto che già Katherine Pancol c'ha pensato a chiamare così il suo libro. Che dire, Vorrei vederti ballare è un film dolcissimo, delicato, un film da vedere, un film consigliato soprattutto ai più romantici e ai cinefili dal palato fine. (La recensione del film "Vorrei vederti ballare" è di Maurizia Chersicla)
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