recensione di E. Lorenzini
[
Tutti i santi giorni recensione] - Amarsi tutti i santi giorni non è mica facile. Nell'intrecciarsi di lavori precari, vicini chiassosi, famiglie più o meno invadenti e sogni (in)confessati, capita spesso di perdersi. Però Antonia e Guido, i protagonisti dell'ultima fatica del buon Paolo Virzì, ce la mettono tutta. La loro è una storia di ordinaria resistenza alla slavina della quotidianità, in nome dell'amore. "Tutti i santi giorni" è il mantra silenzioso che questa coppia di trentenni-tipo fotografati in una Roma grigia e cruda si ripete a ogni incontro. Una cementificazione lenta e regolare, un tandem sofferto ma convinto, che sfida le routine inconciliabili, le frustrazioni sottese a carriere sfumate o inseguite, le diversità di carattere, famiglia e cultura. Finché l'ombra di un figlio desiderato e inseguito a rotta di collo, contro ogni logica di coppia e ogni natura impietosa, non arriva a guastare l'idillio metropolitano di due romantici incerti. E' questa scarna, ordinaria eppur speciale nella sua tenacia, storia d'amore moderna tra due sprovveduti interpreti della modernità, il nocciolo e l'anima del film di Virzì. Che è da sempre uno dei cantori dell'Italia spicciola e comune, col suo carico di vizietti e di beghe familiari, col suo profilo ambiguo e le sue approssimazioni. L'Italia cafona e moralista di "Ferie d'agosto", quella operaia di "Ovosodo", lo stivaletto classista e bigotto di "Caterina va in città", il tritacarne sociale di "Tutta la vita davanti". Da ultimo, il Bel Paese intessuto di sogni di gloria e di miti materni, dispiegato con tanto di grazie muliebri appena impalmate (quelle della bella Micaela Ramazzotti) dell'acclamato "La prima cosa bella". Con "Tutti i santi giorni", il regista livornese torna a sezionare le piccole imperfezioni quotidiane, abbandona il campo lungo sulla storia patria e le bagarre plurifamiliari per esplorare i misteri dell'amore a due. Ne risulta un film piccolo e delicato, una trama leggera e profonda allo stesso tempo, costellata di ottime interpretazioni. Un film che sposa la padronanza registica al realismo spoglio di una recitazione in presa diretta. Un gioiellino da collezionare sulla mensola delle love story più toccanti: quelle che continuano anche dopo i titoli di coda, per strada, nelle nostre case.
(La recensione del film "
Tutti i santi giorni" è di
Elisa Lorenzini)
- Vai all'
archivio delle recensioni
- Lascia un commento, la critica o la tua recensione del film "
Tutti i santi giorni":