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The Possession recensione] - Em, una ragazzina che sta vivendo il divorzio dei genitori, compra una
scatola di legno a un mercatino di fortuna e ne diventa ossessionata. Il suo comportamento diventa suscettibile di continui sbalzi finchè tutta la famiglia si rende conto che uno spirito maligno dev'essersi impossessato di lei: il padre sempre più dedito al lavoro, la madre che ha già un nuovo compagno e la sorella poco più grande di lei.
Quando le anticipazioni presentano con molto entusiasmo un film il cui produttore e il cui regista hanno in precedenza diretto dei bei film, rimanere delusi è ancora più fastidioso. L'horror è un genere difficilissimo, come anche la commedia romantica, e ci vuole un'idea davvero originale per sfuggire a tutti gli stereotipi del caso. A niente valgono diciture come "basato su una storia vera", nemmeno se a dirtelo sono
Sam Raimi e Ole Bornedal, perchè i filmini amatoriali restano sempre più inquietanti – reali o fiction che siano. Alien non è basato su una storia vera, ma è inquietante comunque.
The Possession è appunto basato su una storia vera, ma non è inquietante. Se si associa la bellezza di un horror al
ribrezzo che si può provare quando un esercito di falene esce dalla bocca di una bambina o quando una faccia viene deformata da una forza misteriosa, allora questo film non è male: ma gli effetti speciali non bastano, se non sono un gingillo talmente nuovo da catturare tutta l'attenzione disponibile, come potevano esserlo per King Kong. È sempre crudele paragonare un film appena uscito a un classico o un precursore, ma l'accostamento si rende necessario perchè è meritato.
The Possession è infatti lo stereotipo di un film sull'esorcismo dove, una volta tanto, ci sono gli ebrei e non i cattolici. La riflessione sulla famiglia, sui genitori che devono restare uniti per non perdere la figlia, è affrontata in maniera un po' superficiale ed è soprattutto spiegata, piuttosto che mostrata. Gli eventi che servono a caratterizzare i personaggi sono
scontati e a volte si prova anche imbarazzo nel guardarli, come nell'indimenticabile scena in cui la sorella di Em cerca di ballare nel garage. I dialoghi sono spesso stucchevoli o involontariamente comici: «Ti senti bene?», immancabilmente rivolto al personaggio di turno in preda a spasmi e gemiti. L'evento più scontato in assoluto è però riservato al finale, che taceremo per chi non avesse timore di andare a vedere
The Possession. E non perchè è un film horror...
(La recensione del film "
The Possession" è di
Paolo Ottomano)
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