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The Host recensione] - The Host, best-seller di Stephenie Meyer, scrittrice e produttrice cinematografica, pubblicato nel 2008, è stato per ben ventisei settimane in testa alla classifica dei libri più venduti. Ed ora ecco il film, "The Host" basato interamente sul romanzo della Mayer, sceneggiato e diretto dal regista Andrew Niccol (The time, Gattaca). Storia epica d'amore, "The Host" si poggia su un'idea interessante: la terra è stata colonizzata dalle "anime", una razza aliena che ha sfrattato gli umani dai loro corpi tramutandoli in dimore per viandanti interplanetari. Le "anime" hanno trasformato il pianeta in un mondo pulito, sicuro e pacifico, ma ad un costo incalcolabile perché gran parte della razza umana è stata annientata. Melanie Stryder (Saoirse Ronan) è una giovane donna che cerca di sottrarsi alla cattura, ma deve lottare tenacemente con un Cercatore (Diane Kruger) di corpi umani per nuove anime in arrivo. Melanie pur di non diventare una nuova vittima sacrificale cerca la morte, ma sopravvive e grazie alla sua temporanea impotenza, un'anima, chiamata Wanderer, viene impiantata nel suo corpo. Wanderer, l'anima aliena che dividerà il corpo con Melanie, diventerà da quel momento il dualismo conflittuale della coscienza tenace della giovane donna. Il film articola il suo plot sul forte ed imperterrito conflitto tra Melanie e Wanderer, che alla fine tradisce la sua razza ma non senza provocare l'inseguimento della Cercatrice che non molla la preda per una ragione scioccante. La coniugazione tra sentimenti umani e pura fantascienza è senza dubbio un progetto ambizioso per un prodotto cinematografico. Resta nell'opera, come è successo in Twilight, la pervasività del sentimento amoroso che alla fine struttura la storia per intero, non solo tra Melanie e Jared (Max Irons), ma anche tra Wanda e Jan (Jake Abel). Amore, ma anche lotta acerrima tra alieni e umani, che per garantirsi la propria sopravvivenza, sviluppano nel conflitto un sentimento che nulla più ha di umano. "The Host", nonostante sia strutturato su un'interessante idea fantascientifica, non coglie affatto la dinamicità di un genere che per antonomasia affascina e cattura il pubblico. Nonostante il buon cast, l'opera soffre di sequenze anche banali, in cui l'attesa, affinché finalmente si compia un capovolgimento significativo, resta insoddisfatta e lo sviluppo di tutto il lavoro resta monco. Melanie Stryder è senza dubbio un astro nascente del cinema hollywoodiano. La sua interpretazione del personaggio di Melanie è impeccabile, ma questo non basta a conferire al film il merito di compiutezza che invece Andrew Niccol conquistò con "Gattaca".
(La recensione del film "
The Host" è di
Rosalinda Gaudiano)
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