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THE DOORS: LIVE AT THE BOWL '68 - RECENSIONE
The Doors: Live at the Bowl '68 recensione
Recensione

recensione
[The Doors: Live at the Bowl '68 recensione] - Era il lontano 1968: nell'aria si respiravano rivoluzione e libertà. La musica, quella vera, accompagnava l'impeto della ribellione giovanile… e i Doors cantavano all'Hollywood Bowl di Los Angeles (dove, per altro, avevano suonato i britannici Beatles solo tre anni prima). Grazie ad un'imponente opera di rimasterizzazione e miglioramento acustico in Dolby Digital 5.1 Surround realizzata da Bruce Botnick, stesso fonico che si occupò della registrazione audio dell'esibizione su bobina, lo storico concerto registrato il 5 luglio di quell'anno torna nelle sale per celebrare uno dei gruppi rock più famosi della storia. Fondato nel 1965 da Jim Morrison (voce), Ray Manzarek (tastiere), John Densemore (batteria) e Robby Krieger (chitarra), il gruppo ha venduto in solo otto anni di carriera circa 35 milioni di dischi solo negli Stati Uniti e 100 milioni nel resto del mondo. Preceduto dall'intervista ai membri della band e a coloro che ne aprirono l'esibizione (gli Steppenwolf e i Chambers Brothers), il live è un omaggio in pellicola al grande Jim Morrison, deceduto tre anni dopo in circostanze mai del tutto chiarite, indiscusso e ipnotico frontman di una band storica che eseguì quel giorno forse una delle sue migliori performance. Sotto palese effetto di acido, tanto da immaginare cavallette sul palco e ruttare al microfono, regredito ad una sorta di stadio infantile, il bel Morrison appare più in forma che mai: gioca sul palco, urla, si dimena, parla agli spettatori e chiede al tecnico delle luci di spegnerle perché troppo forti, dimenticando che il concerto è ripreso da quattro operatori (tra i quali si narra ci fosse un giovanissimo Harrison Ford). L'indiscusso talento del cantante si accompagna a quello degli altri componenti, in perfetta sintonia mentale e musicale, attraverso lunghi assoli eseguiti alla perfezione, capaci di immergere il pubblico in uno stadio di totale adorazione. "Whisky Bar", "Back Door Man", "Hello, I Love You" e "Light My Fire" sono solo alcuni degli storici brani eseguiti dalla band, sono attimi di pura arte in cui i Doors regalano agli ammiratori confluiti a frotte nell'anfiteatro di Los Angeles una serata indimenticabile, un momento passato a buona ragione nella storia della musica. Un vero e proprio regalo a tutti i fan nuovi e vecchi, a tutti i nostalgici della musica e non solo, "The Doors Live At The Bowl" è un evento da non perdere non solo per la sua notevole qualità audio e video, per la forza e il carisma della band che rivivono grazie al cinema, ma soprattutto perché ancora una volta l'arte autentica torna ad emozionare, dimostrando che il genio risiede spesso proprio nella follia, che la musica e la poesia possono convivere e creare insieme attimi indelebili nella storia e nelle mente, regalando momenti di piacevole e coinvolgente alienazione. (La recensione del film "The Doors: Live at the Bowl '68" è di David di Benedetti)
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