Cinema4Stelle

.       .

Vai ai contenuti

FILM > RECENSIONI

THE BOURNE LEGACY - RECENSIONE
The Bourne Legacy recensione
Recensione

recensione di E. Lorenzini
[The Bourne Legacy recensione] - Chi pensava che i film d'azione si somigliassero più o meno tutti e che quelli dell'inflazionata saga dei "Bourne" fossero ancora più indistinguibili l'uno dall'altro, potrà fare ammenda andando a vedere lo spin-off fuori programma e fuori registro firmato da Tony Gilroy, già consumato sceneggiatore degli action movie tratti dai romanzi di Robert Ludlum. In questa produzione familiare (Gilroy l'ha scritta a quattro mani con il fratello Dan), che ha tutto il sapore di un excursus gratuito e non propriamente necessario, emergono i difetti tipici degli interventi posticci: déja-vu anche se involontario, citazionismo (volontario) che uccide ogni pretesa di originalità, personaggi giocoforza ispirati agli omologhi originali ma più esili nel carattere e nel carisma. Mentre ancora aleggia il fantasma di Jason Bourne-Matt Damon (per ora disperso, forse redivivo in un ipotetico prosieguo della saga), lo script devia verso un programma analogo e parallelo al Treadstone che aveva addestrato il robotico ma complesso alter ego di Demon: l'Outcome, diretto dal cinico agente Bayer, è un'altra costola malata della CIA, che una fuga di notizie minaccia improvvisamente di rivelare al mondo, in tandem con il Treadstone. Per salvarsi faccia e pelle, Bayer decide di eliminare tutte le pedine del suo scacchiere, dall'ipertrofico agente Aaron Cross, alla dottoressa Marta Shearing, colpevole di aver prodotto e somministrato i farmaci che lo hanno reso sovrumano. L'azione è ben dosata e mai sovraesposta, il ritmo costante e avvincente. L'unica, grave pecca di "Bourne Legacy" è il mancato taglio del cordone che avrebbe scongiurato impietosi paragoni con i film precedenti: la trama si sviluppa su binari troppo vicini a quelli già battuti dalle creature di Paul Greengrass, l'agente Cross è un'eco troppo spudorata del leggendario Bourne e il suo interprete, Jeremy Renner, benchè volenteroso, evapora nell'ombra del suo ingombrante predecessore. Neppure il cattivo di Edward Norton, in barba alla bravura e al camaleontismo dell'attore che lo incarna, riesce a imprimersi nel plot come dovrebbe. A dimostrazione del fatto che la buona recitazione, come una bella pianta, ha bisogno del giusto mood per prosperare. (La recensione del film "The Bourne Legacy" è di Elisa Lorenzini)
- Vai all'archivio delle recensioni
- Lascia un commento o la tua recensione del film "The Bourne Legacy":




Torna ai contenuti | Torna al menu