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Ted recensione] - I bambini sognano un amico del cuore, inventano un amico immaginario. Per John Bennett (Mark Wahlberg), bambino di otto anni, solitario, un po' emarginato dai suoi coetanei succede una cosa per lui straordinaria. Nella lontana notte di Natale del 1985, piena di stelle, John esprime intensamente un desiderio dettato dal bisogno di avere un amico tutto suo. Ed ecco che una stella cadente esaudisce il desiderio ardente di John ed il suo orsacchiotto Ted (a cui Seth MacFarlane da la voce nella V.O.) diventa un personaggio vivo, parla, si muove, si relaziona con tutti, e soprattutto sarà sempre l'ombra di John negli anni a venire, anche nell'età adulta. L'idea di fondo che anima la storia di questo primo lavoro di regia e sceneggiatura di Seth MacFarlane è buona. L'infanzia, l'adolescenza, momenti in cui un amico del cuore diventa quasi indispensabile, un'ancora di salvezza che aiuta nella fasi difficili della crescita. Seth MacFarlane va oltre. Lascia che il pestifero orsacchiotto Ted segua il suo amico inseparabile John nella quotidianità, nelle decisioni di lavoro, che si intrometta nella relazione sentimentale con la bella Lori (Mila Kunis), che, in poche parole, gli renda la vita un vero e proprio circo. Ed è proprio su questa incongruenza sulla funzione dell'amicizia tra John ed il suo orsacchiotto Ted che l'incipiente e audace cineasta lascia scivolare il lavoro in una dimensione meno che mediocre e molto confusa. Aver caratterizzato in modo marcato "Ted" con una personalità egoistica e da viveur senza veri valori, in contrapposizione alla personalità di John più equilibrata e tranquilla, crea nella storia una spaccatura di senso che MacFarlane non solo non recupera, ma rovinosamente suggella in un finale a dir poco deludente. MacFarlane ha creato con successo soggetti d'animazione per la televisione, come i "Griffin" e "American Dad", ma con "Ted", ha voluto mettere troppa carne al fuoco: la favola, la storia sentimentale, l'amicizia, comportamenti trasgressivi e turpiloqui, il senso dell'umorismo, e per finire anche la stonata nota thriller, inserendo sulla scena Giovanni Ribisi, padre compulsivo schizoide. Ne viene fuori un prodotto maldestro, deludente e soprattutto, nonostante la presenza dell'orsacchiotto Ted, da sconsigliare a bambini ed adolescenti.
(La recensione del film "
Ted" è di
Rosalinda Gaudiano)
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