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Studio Illegale recensione] - Quando si vive per lavorare e non viceversa, si entra in una spirale pericolosa e spesso non si percepisce che si vive per fini che non includono alcun sentimento positivo per se stessi. E' la storia di Andrea Campi (Fabio Volo), avvocato, esperto in diritto internazionale, che lavora come un forsennato in uno studio milanese occupandosi di speculazioni societarie. Andrea è il modello dell'uomo contemporaneo di successo: ambizioso, solo, tante belle donne quante ne vuole, senza un amore vero, attento solo ad ubbidire agli ordini di Giuseppe Sobreroni (Ennio Fantastichini), suo capo. Ma, grazie ad un lavoro molto importante che gli viene affidato: l'acquisizione di una ditta farmaceutica di Treviso da parte di una multinazionale di Dubai, Andrea, navigato dongiovanni, conoscerà l'amore, quello con la "A" maiuscola. "Studio illegale", diretto da Umberto Carteni (Diverso da chi?), tratto dal romanzo Studio illegale di Federico Baccomo "Duchesne", è una commedia che gira intorno a studi legali, avvocati senza scrupoli, azioni societarie al limite della legalità, sesso a volontà mordi e fuggi. Carteni, come abbiamo già apprezzato in "Diverso da chi", anche in questo suo secondo lavoro di regia ha uno stile che predilige la raffinatezza scenica, la cura scrupolosa dell'immagine, dei dettagli, riuscendo a costruire un'atmosfera che richiama ad un affascinante immaginario pubblicitario. Colpisce, in "Studio illegale" la scenografia e l'ottima fotografia. Mentre la delusione assale per una sceneggiatura inconcludente, che frammenta le azioni dei personaggi, penalizzando non poco la loro stessa caratterizzazione. Fabio Volo nel ruolo di Andrea sfugge ad una più consona ironia cinica, assumendo spesso una maschera di bonario avvocato sottomesso, un po' fanciullone che instrada maldestramente il suo aiutante Tiziano (Nicola Nocella) a comportarsi senza valori edificanti. Anche Zoe Felix, nel ruolo di Emile Chomand, non valorizza il personaggio dell'avvocatessa fredda e determinata. Il suo agire è lasciato troppo ad episodi frammentati, così è per la condivisione del suo amore per Andrea, suggellato maldestramente in un amplesso amoroso melenso e quasi fuori tempo. Alla fine "Studio illegale" non riesce a comporre un racconto coeso sia nel raccontare quel mondo del lavoro legato a compromessi di multinazionali ed avvocati traffichini, sia a delineare uno spaccato della vita privata di questa gente coinvolta forsennatamente in quel mondo. Anche se il film riesce a strappare qualche risata, non sfuggono allo spettatore alcuni noiosi tempi morti.
(La recensione del film "
Studio Illegale" è di
Rosalinda Gaudiano)
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