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SCUSA MI PIACE TUO PADRE - RECENSIONE
Scusa mi piace tuo padre recensione
Recensione

recensione di M. Nottoli
[Scusa mi piace tuo padre recensione] - Il solito titolo italiano cretino non tragga in inganno, Moccia non c'entra niente. A differenza dei vari Scusa ma ti chiamo amore o Scusa ti voglio sposare, il qui presente Scusa mi piace tuo padre (The Oranges in originale) nasconde un' anima più profonda di quanto i distributori nostrani non vogliano spacciare, nel patetico tentativo di richiamare a raccolta chissà quale tipo di pubblico. Perchè la pellicola di Julian Farino, tra le pieghe leggiadre e svolazzanti della commedia, nasconde risvolti agrodolci che, ben contestualizzati, grazie ad una credibile descrizione d'ambiente e di caratteri, sono in grado di aprire spaccati di non banale verità. Siamo nel New Jersey. Due famiglie, legate da duratura amicizia, vivono in due belle case, divise da una strada, una dirimpetto all'altra. La loro vita è scandita dalla monotona routine di provincia, fatta di feste comandate, barbecue, vialetti ordinati, addobbi natalizi, la partita alla tele, le prove del coro gospel, la corsetta settimanale, inutili aggeggi tecnologici in cui affogare l'insoddisfazione. Si può vivere un'intera esistenza in questo modo immaginando che sia tutto ok. Poi l'arrivo della giovane figlia scapestrata di una delle due coppie (Leighton Meester) manda tutto a soqquadro, soprattutto quando lei, complice anche la dabbenaggine del figlio che si addormenta sul più bello (l'inutile Adam Brody), si scopre irrimediabilmente attratta dal padre nonché marito altrui (Dottor House Hugh Laurie) il quale, autoesiliatosi nel capanno per ritagliarsi un po' di tempo e bersi una birra in santa pace, mummificato davanti al campionato di basket coreano, nicchia un nanosecondo sui sensi di colpa e poi ovviamente cede. Il vero punto di forza di Scusa mi piace tuo padre è che l'indicibile e inconfessabile adulterio viene smascherato quasi all'istante con le conseguenze che si possono immaginare: incredulità, pianti, isteria. Fino ad un certo punto, però. Perché il film di Farino invece di fare del facile moralismo sul tradimento e la differenza di età, sceglie di prendere una via tanto più impervia quanto più interessante e cioè invece di puntare il dito accusatorio sui due "peccatori"contrapposti alle vittime sventurate e incolpevoli, mostra come un atto all'apparenza così scellerato ed egoistico non faccia altro che svelare ai vari protagonisti della vicenda tutta la loro condizione di assopita infelicità, facendo di una crisi all'apparenza insormontabile l'occasione per abbattere ogni cliché entro cui ci eravamo costretti e poter rinascere finalmente a nuova vita. E' vero che qui giunti Scusa mi piace tuo padre rischia di accartocciarsi un po', ciononostante nel finale riprende la marcia dimostrandosi sufficientemente intelligente da non fornire soluzioni, coerente col fatto che se non ci sono regole allora non ci sono nemmeno ricette preconfezionate. Nel nutrito cast, oltre a quelli già citati, anche Oliver Platt, Catherine Keener e Allison Janney. Per quello che conta, noi ve lo diciamo: se vi capita, anche per sbaglio, dateci un occhio. (La recensione del film "Scusa mi piace tuo padre" è di Mirko Nottoli)
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