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VIAGGIO IN PARADISO - RECENSIONE

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recensione di M. Nottoli

[recensione Viaggio in paradiso] - Viaggio in Paradiso, Get the gringo in originale, è il film che segna il ritorno nel ruolo di protagonista di Mel Gibson che, seppur invecchiato di duecento anni e nonostante le sue ultime tirate antisemite in stato di ebbrezza, proprio non riesce a non starci simpatico. Magari se non ci fosse lui, pur con molti capelli in meno e molte rughe in più e due inedite orecchie a sventola, a battibeccare con un bambino di dieci anni come faceva con Danny Glover durante i tempi d'oro, Viaggio in Paradiso sarebbe un film di genere quasi trascurabile, e invece il nostro, come si dice, riesce a portare a casa il risultato, infondendo alla pellicola dosi massicce di action, umorismo, smargiassate e quel pizzico di romanticismo che mai guasta. Non solo interpretato ma anche scritto e prodotto dallo stesso Gibson, Viaggio in Paradiso, oltre al carisma del suo protagonista, può anche contare su di un secondo valore aggiunto e cioè l'ambientazione messicana dove le normative in materia carceraria sono, a quanto pare, alquanto lasche, giusto per usare un eufemismo, e la corruzione che vi regna pari solo alla sporcizia delle strade, un contesto ideale dunque per allestirvi un girotondo di un assortito gruppo di malavitosi più o meno fuorilegge impegnati nel tentativo di recuperare 4 milioni di dollari trafugati dal nostro, tra polvere, sombreri, mariachi, trapianti di rene, dita dei piedi tagliate, Clint Eastwood parte di un piano sufficientemente ingegnoso da dimostrare una capacità di scrittura al di sopra di altri prodotti similari. Se è vero che Viaggio in Paradiso può considerarsi una sorta di sequel non ufficiale di Payback la rivincita di Porter è altrettanto vero che tra le poche informazioni che il film ci fornisce al riguardo del suo eroe solitario e senza nome c'è quella che in passato fu un tiratore scelto dell'esercito americano. Proprio come Martin Riggs. Sarà una coincidenza? (La recensione del film "Viaggio in paradiso" è di Mirko Nottoli)
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