recensione di M. Nottoli
[
Outing fidanzati per sbaglio recensione] - Due cose possiamo consigliare a Matteo Vicino, giovane regista, sceneggiatore e montatore di Outing – fidanzati per sbaglio: o di trovarsi, per la prossima volta, dei collaboratori capaci (invece di fare tutto da solo) oppure di iscriversi ad un bel corso di linguaggio audiovisivo. Ce ne sono anche che costano poco e impegnano il giusto, un paio di sere alla settimana per tre o quattro mesi al massimo. Saranno sufficienti per comprendere e chiarire alcuni concetti basilari come la sintassi cinematografica, il montaggio, la direzione degli attori, la messa in scena. Tutte noiose questioni che il nostro pare ignorare, se non completamente, quasi. E non si venga a parlare di libertà di scrittura perché Outing, da qualsiasi punto lo si guardi, è un pastrocchio impresentabile, una recita da parrocchia spiantata dove non esiste una situazione resa in maniera credibile, un personaggio che non sia totalmente fuori fuoco e la cui caratterizzazione non vada oltre la didascalia, uno snodo narrativo che appaia ben costruito e motivato. Tra ralenty, flashback e intere sequenze "parallele" incastonate a forza nel mezzo di una scena, si procede in stato a dir poco confusionale: Vaporidis che zoppica una volta sì e una no si aggira per tutto il film con aria smarrita, non sapendo nemmeno lui se ridere o piangere; Andrea Bosca che sogna di diventare stilista, disegna una bellissima collezione di jeans (!) ma è troppo timido e si vergogna a presentarla a Spyros (sì, proprio quello di Masterchef) nonostante le pressioni della spietata fidanzata in carriera (altra presenza indecifrabile); Giulia Michelini che fa la giornalista tutta d'un pezzo, cita Ilaria Alpi a sproposito, scatta foto "compromettenti" ad un tizio che scende da un'auto (?) e incastra il mafioso locale sventolandogli sotto il naso fantomatici scontrini fiscali spuntati da chissà dove. Vorrebbe parlare dell'Italia di oggi, Outing – fidanzati per sbaglio, del sud, dei giovani, della disoccupazione, delle coppie di fatto, dei diritti dei gay e invece riesce solo ad infilare una serie infinita di cliché e, molto peggio, ad elaborare una rappresentazione imbarazzante del mondo omosessuale, avventurandosi in siparietti così triviali, pacchiani e a tratti offensivi, come non se ne vedevano dai tempi di Belli freschi con Lino Banfi e Christian De Sica. Tra i nadir di una buona fetta del cinema contemporaneo possiamo citare: l'equivoco della suora scambiata per un travestito, la rancida gag di lui che sembra stia facendo un pompino all'altro e invece sta solo armeggiando con la cerniera lampo, Massimo Ghini che fa outing davanti alla commissione dandosi il rossetto, il fratellino che durante la sfilata guarda Vaporidis e muovendo le labbra gli dice "ti voglio bene". Forse un domani verrà rivalutato come "scult", oggi è senza appello. Finanzia l'Enel. Contenta lei?!?
(La recensione del film "
Outing fidanzati per sbaglio" è di
Mirko Nottoli)
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