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MOONRISE KINGDOM - RECENSIONE
Moonrise Kingdom recensione
Recensione

recensione di F. Tiberi
[Moonrise Kingdom recensione] - Suzy Bishop e Sam Shakusky, lei una ragazzina con famiglia alla deriva e lui risoluto scout orfano, si conoscono ad una recita organizzata dalla parrocchia nella sperduta isola del New England, si innamorano e per un anno progettano la fuga. Siamo nel 1965 e la società non ha ancora raggiunto una grande emancipazione, ma i problemi familiari sono sempre gli stessi: i genitori dell'ombrosa Suzy non si amano più, e il loro rapporto sta finendo nell'indifferenza, cosa che li rende incapaci di stare vicino alla figlia in un momento critico come quello del passaggio all'età adolescenziale, tanto che preferiscono attribuirle tutta la causa della sua stranezza; Sam è un orfano in affido ad una famiglia di appoggio che lo reputa un bambino troppo complicato da gestire, perciò quando sparirà, delegherà i servizi sociali a prendersi cura di lui. La fuga d'amore diventa quindi la risposta dei bambini all'indifferenza degli adulti, per riappropriarsi di un sentimento di cui hanno dovuto prematuramente fare a meno. La fantasia con cui Anderson realizza Moonrise Kingdom stacca la storia dal contesto drammaturgico per dare un valore universale alla fuga d'amore, che non è una semplice follia preadolescenziale, ma l'unica forma di protesta che abbiamo per arginare l'anaffettività dei tempi odierni. La maestria del regista emerge a partire dai titoli di testa, durante i quali, un vinile, Young Person's Guide to the Orchestra di Benjamin Britten, descrive la composizione di una fuga con le varie famiglie di strumenti. La stessa allusione c'è nei titoli di testa, che scorrono sulla musica di Alexandre Desplat. Film di apertura allo scorso festival di Cannes, Moonrise Kingdom si presenta come un'opera circolare, suggestiva, dalla fotografia molto luminosa all'inizio e uggiosa nel momento della tempesta e basata su una sceneggiatura che equilibra bene i momenti drammatici con quelli comici. Tra le interpretazioni, spiccano quelle di Bruce Willis, Edward Norton e il cammeo di Tilda Swinton. (La recensione del film "Moonrise Kingdom" è di Mirko Nottoli)
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