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MONSTERS AND CO. 3D - RECENSIONE
Monsters and Co 3D recensione
Recensione

recensione di V. Pellegrini
[Monsters and Co. 3D recensione] - Con la Pixar si va sempre sul sicuro, ormai è un dato di fatto. Dopo aver prodotto capolavori come Alla ricerca di Nemo, Wall-E, Up e l'intera saga di Toy Story, la fabbrica di John Lasseter regna incontrastata nel mondo dell'animazione. Pochi i passi falsi, forse Cars e il recente Brave, leggermente sotto le aspettative. Rispolveriamo allora, dato che di questi tempi è di gran moda trasformare un vecchio successo in 3D. Negli ultimi anni sono tornati sul grande schermo, in terza dimensione, ll Re Leone, la Bella e la bestia e persino il pesciolino Nemo; ora è la volta di Mike e Sulley protagonisti dell'irresistibile Monsters & co, uscito originariamente nei cinema nel 2001. Diretto da Pete Docter, David Silverman e Lee Unkrich, il film narra l'originale vicenda di una fabbrica gestita da mostri costretti ad avere a che fare con qualcosa da cui sono terrorizzati; una bambina. A Mostropoli, gli abitanti vivono grazie ad una fonte di energia data dalle urla dei bambini. Queste vengono fornite da mostri incaricati di spaventare i piccoli nel sonno. Una serie di porte collegano le camerette degli sfortunati bambini alla fabbrica situata nella città dei mostri. Sullivan e Mike sono i migliori nel loro lavoro, invidiati per questo dal perfido Randall, desideroso di superare il record di Sulley. Tutto procede normalmente per i mostri, finché sbadatamente, Sulley non porta a Mostropoli un'umana, la tenera Boo. L'arrivo della bambina scatenerà una serie di eventi che porteranno a smascherare il diabolico piano concepito da Randall e sostenuto dal direttore della fabbrica. Nel 2001 Monsters and Co. era il quarto lungometraggio prodotto dalla Pixar. Sorprende, dopo 12 anni, constatare che con il tempo la pellicola non ha perso la sua vitalità e che le trovate che ci avevano emozionato allora, continuano a farlo anche oggi. Ogni sfumatura possibile viene toccata, c'è l'avventura e dato che la voce di Henry J. Waternoose (il direttore della fabbrica) in originale è di James Coburn, a volte sembra di essere in un piccolo western, ci sono le gag da commedia romantica offerte da Mike e la fidanzata e non mancano momenti toccanti, come quello in cui Sulley e Boo sono costretti a salutarsi. L'affetto che si instaura tra il mostro e la bambina ricorda ciò che lega Elliot al piccolo alieno, in E.T. di Steven Spielberg. Entrambe le pellicole sembrano suggerire che l'amicizia è un sentimento che può andare oltre qualsiasi barriera. L'idea finale, di sostituire le urla dei bambini con le loro risate, è poi una sottile metafora di vita; la gioia dei bambini produce più energia della loro paura. Come in ogni film Pixar la storia è classica; ci sono i buoni, i cattivi e qualcuno da salvare. Ma la grandezza della casa creatrice di Ratatouille, sta proprio nel saper sempre reinventare l'eterna favola del buono e il cattivo. Che sia un vecchio che sconfigge il mito d'infanzia (Up), che sia un robottino che sfida gli umani (Wall-E), per mezzo dei suoi eroi nelle storie pixeriane, il bene trionfa sempre. Perché non scordiamocelo, questi cartoni sono in primo luogo destinati ai bambini e in quell'innocente età in cui i nostri occhi non si sono ancora sporcati, è bello credere che il bene trionfi sempre sul male. Da grandi le cose cambiano, si conosce la realtà e a volte non ci piace neanche più di tanto. Allora è confortevole sapere che si può sempre tornare in quell'universo ludico che è la Pixar. (La recensione del film "Monsters and Co. 3D" è di Viola Pellegrini)
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