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LE BELVE - RECENSIONE
Le Belve recensione
Recensione

le belve recensione
[Le belve recensione] - Per un regista come Oliver Stone, drammaturgo come lui stesso si autodefinisce, raccontare il mondo dei trafficanti di droga, governato da regole efferate e situare questo mondo sotto il sole caldo californiano, il mare azzurro ed una bellissima casa in cima alla collina dove si consuma un eccitante e consolatorio menage a tre, è cosa possibile. Ben (Aaron Johnson) e Chon (Taylor Kitsch), sono inseparabili ed amici dall'infanzia. I due hanno personalità opposte ma perfettamente complementari e questo particolare è stato loro di grande aiuto nel momento in cui sono diventati i più grandi coltivatori e spacciatori di marijuana della California del Sud. Il mercato della droga si sa è appetibile sotto molti aspetti. La tranquillità dei due inseparabili amici che condividono con amore e passione con la bella O', Ofelia (Blake Lively), si increspa, si rabbuia, svanisce nel momento in cui un cartello di micidiali trafficanti di droga messicani si presentano e impongono di gestire insieme gli affari sul mercato. Scene brutali, uccisioni a sangue freddo, teste mozzate, intrighi, tutti gli elementi chiave di un thriller che si rispetti, sono presenti ne "Le belve" . L'idea che rende il film unico nel genere è un doppio registro, la contrapposizione tra un mondo spietato e sporco che non perdona nessuno e la vita goduriosa, rilassata, affascinante di tutte queste persone, personaggi del film, che hanno case bellissime, dialogano piacevolmente, protetti da paesaggi quasi calati in una dimensione surreale. E' il dualismo fra la dimensione di vita vissuta, in cui sorprendono l'ammiccante musichetta annunciatrice del portatile, gli interessi umanitari di Ben, la vena tranquilla di Chon, la calda voluttuosa disponibilità di O' e la violenza cruenta di un capo banda, una donna, Elena (Salma Hayek) che scatena i suoi adepti per marcare e prendere possesso del losco mercato. Il dualismo si presenta in una sfida all'ultimo sangue che Stone gioca su uno scenario violento, governato da istinti umani primordiali che naufragano quando il sentimento materno della spietata Elena cede ad un contrapposto ricatto. Il montaggio rende molto bene la scrittura filmica dell'opera, concitata ma anche sapientemente riflessiva nella sua piacevole dimensione a tratti quasi surreale. La perfezione, "Le belve" l'avrebbe raggiunta senza un paio di scivolate di tono che hanno un po' affievolito la piacevole suspense dell'opera. Ottime le scene d'azione, ben gestite da un cast ineccepibile diretto da una mano registica che ancora muove con estrema capacità il suo occhio da cineasta. (recensione di Rosalinda Gaudiano)
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