recensione di R. Gaudiano
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La migliore offerta recensione] - Virgil Oldman (il premio Oscar Geoffrey Rush) è un ricercatissimo battitore d'aste, antiquario, persona coltissima, uomo solitario, che ama bearsi nel guardare la sua inestimabile collezione di dipinti, tutti raffiguranti volti di donne bellissime. Un giorno riceve una strana telefonata. Una voce di giovane donna lo prega di accettare l'incarico di occuparsi della dismissione d'importanti opere d'arte di famiglia. Virgil tentenna, anzi si convince che la cosa non fa per lui quando si rende conto che la giovane donna di nome Claire (Sylvia Hoeks) è afflitta da pesanti turbe agorafobiche e nega sistematicamente la sua presenza fisica. Ma l'uomo Virgil, quando Claire gli apparirà in tutta la sua bellezza, percepirà dentro il suo essere un'attrazione inestinguibile, ossia che la magia dell'arte si può concretizzare anche nella realtà, può essere aspirata, vissuta, goduta attraverso le sembianze di Claire, una donna vera. Giuseppe Tornatore (scindendosi dal Tornatore che "guarda" alla sua terra) scrive e dirige "La migliore offerta", film che articola il racconto su forti dinamiche personali comunicative, intorno alle quali si sviluppa un thriller emozionale, che man mano si colora di inquietanti ossessioni esistenziali. Intorno a Virgil ruotano personaggi come Robert (Jim Sturgess), proprietario di un laboratorio, un aggiusta tutto di ingranaggi e rotelline, cui l'antiquario dà il compito di assemblare i vari pezzi di un misterioso e, pare antichissimo, automa, e Billy (Donald Sutherland), amico di Virgil, suo strano complice durante le offerte d' asta. Questi personaggi supporteranno Virgil nella conquista di un amore insperato, quello di Claire, che invece si concretizzerà nell'apoteosi di un amplesso, forza vitale capace di capovolgere (nel vero senso del termine) la vita solitaria e sterile del celebre battitore d'asta. Geoffrey Rush è una garanzia. L'enorme bravura con cui caratterizza il burbero personaggio di Virgil entusiasma e rende convincente gran parte del film. "La miglior offerta" però soffre un po' per una lungaggine eccessiva. Alcune scene potrebbero essere giudicate se non inutili, comunque non funzionali alla complessità dell'intreccio narrativo. Ma questo non compromette il più che buon risultato finale dell'ultima opera di Tornatore. Una riverenza all'arte nelle sue espressioni più sublimi, anche nell'aver saputo rendere omaggio all'amore, con pudicizia ed una giusta carica di forza febbrile, un sentimento che alla fine fa di Virgil un uomo comune, vulnerabile, sottomesso, confuso e…cieco. La cinepresa di Tornatore predilige i dettagli, i frammenti d'azione, i piccoli gesti che valgono per una serie d'azioni e questo fa del suo cinema un simbolo per il mondo interiore dell'umanità. La fredda e splendida fotografia di Fabio Zamarion rende alla perfezione l'ambientazione classicheggiante espressa con inquadrature lunghe, ambigue, primi piani rivelatori che lavorano tra parola ed immagine. Nel sottofondo la musica di Ennio Morricone s'insinua nel sottile linguaggio tra realtà e finzione, tra arte vera e falsi d'autore, tra bisogno di amore e amare, una danza che serba all'attento spettatore una perturbabile sorpresa finale.
(La recensione del film "
La migliore offerta" è di
Rosalinda Gaudiano)
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