recensione di R. Gaudiano
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La cuoca del presidente recensione] - Bisogna amare la cucina e tutto ciò che riguarda la gastronomia per pensare di proporre un film che abbia come soggetto il cibo. Étienne Comar, sceneggiatore, molto sensibile alle emozioni culinarie, dopo aver letto il profilo dedicato a Danièle Delpeuch, scritto da Raphaelle Bacquè per "Le Monde", rende reale e concreta l'idea di scrivere una sceneggiatura per un film che parlasse di questa donna, avventuriera, cuoca perfetta. "La cuoca del presidente" è il film in questione, diretto da un altro amante della buona cucina, il regista Christian Vincent. Seguendo il percorso di una cuoca, Hortense (Catherine Frot), che presta servizio in una sperduta base scientifica nell'Antardide, dove sta trascorrendo gli ultimi giorni di una lunga missione, la storia mostra in parallelo che la brava e graffiante Hortense è stata per più di due anni la cuoca del Presidente della Repubblica all'Eliseo. Il fatto è che Hortense Laboire è una cuoca rinomata che ama la cucina fatta di elementi genuini, così come si trovano in natura e che, soprattutto, devono essere freschissimi. Pur valutando con molta cautela la proposta di essere la cuoca personale del Presidente, Hortense accetta il lavoro all'Eliseo e fronteggia non poche situazioni ostili, essendo costretta ad adeguarsi ad un protocollo che a lungo andare rischia di sfinirla. Film godibile, "La cuoca del presidente" ci conduce all'interno dell'Eliseo, nelle sontuose sale, non risparmiando la visione delle più belle porcellane di Francia, le posaterie, i cristalli. E le cucine, come d'uso nelle grandi case, sono nei sotterranei del palazzo, con enormi dispense, batterie sfavillanti di pentole in rame, cuochi pronti a produrre ogni sorta di goduria per il palato. Ogni elemento gioca un ruolo perché il soggetto principale del film sia il cibo e le emozioni che suscita, le gioie e il buon umore. E tutto questo si traduce in immagini sublimi, al limite dell'afrodisiaco, per piatti realizzati con eleganza e professionalità. Per lo spettatore è forte la sensazione di poter sedersi a tavola e gustare piatti di pietanze squisite perché veramente assai invitanti. "La cuoca del Presidente" è un elogio alla cucina, all'importanza del cibo come conquista e ricerca culturale. Hortense (un'incredibile Catherine Frot, in perfetto agio nel ruolo) è la mediatrice fantastica tra gli elementi che la natura ci offre e la facoltà eccezionale di questa donna che riesce a trasformarli in piatti sublimi. Ecco, il film racconta proprio questo. Attraverso il personaggio di Hortence Laboire e la sua breve esperienza di cuoca all'Eliseo, si percepisce con gioia quanto sia importante la funzione del cibo, della cucina, del pasto, come riti quotidiani e soprattutto sociali. Riti che nel film si vestono di una religiosità sentita, immacolata. Un film genuino, come d'altronde quel cibo che ci viene spiattellato sotto il naso, del quale avvertiamo quasi l'odore e di cui vorremmo tanto assaporare il gusto.
(La recensione del film "
La cuoca del presidente" è di
Rosalinda Gaudiano)
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