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La Cosa recensione] - Prequel travestito da remake del film di Carpenter dell' 82, a sua volta tratto da La cosa da un altro mondo di Nyby e Hawks, La cosa versione 2012 non ha nulla da spartire con nessuno dei due nobili predecessori. Se infatti il primo è un classico della fantascienza anni '50 e l'opera di Carpenter un fulgido esempio della New Hollywood anni '80, van Heijningen confezione un horror dozzinale e senza pretese, privo di qualsiasi idea e di qualsiasi sforzo di scrittura, di una piattezza narrativa abbacinante come la distesa di ghiaccio illuminata dal sole che fa da ambientazione. Più che al film di Carpenter sembra infatti guardare ad Alien vs Predator con Raoul Bova o a Whiteout, altra pessima pellicola di un paio di anni fa, con cui condivide l'insensatezza di una trama che non possiede alcuna ragione di essere se non quella di fare un po' di cassa. Se la Cosa di Carpenter era un film fatto di atmosfere, immerso in notturni rarefatti in cui la paura strisciava subdola sottocute, qui al contrario tutto è gridato e manifesto fin dal principio, senza mostrare grossi segnali di preoccupazione per eventuali mancanze di verosimiglianza o di semplice buon senso: si cerca una paleontologa esperta e non avrà più di 25 anni; la si convoca perchè deve liberare un mostro alieno da un blocco di ghiaccio. Ma non basta aspettare che il ghiaccio si sciolga, ci si chiede!?!? E infatti. Il mostro si dimostra più intelligente di tutti quanti gli scienziati. Metà alien, metà altre creature bavose, dentate e tentacolate già viste e riviste un'infinità di volte, si impossessa della preda e la clona (!!!). Come, quando, perchè? Domande troppo sottili per avanzare una risposta. Le clona alla perfezione, replicando anche scarpe e vestiti ma non otturazioni e orecchini (!). E gli originali che fine fanno? Boh. Certo che sono davvero degli strani esseri questi mostri simbionti che si avvicinano sempre silenziosissimi alla vittima e non appena sfondano la porta o la finestra che li separa da quella, cominciano a fare un casino d'inferno. A fronte della pochezza del contenuto non si lesina in ventri squarciati, metamorfismo, organismi cellulari autorigeneranti: quando cioè si confonde l'ansia, l'angoscia, il terrore con il semplice disgusto, che non fa paura, tutt'al più fa schifo. Guardare un vetrino al microscopio e capire che succede a livello atomico non è mai stato così facile: sembra di assistere ad uno di quegli spot sui dentifrici in cui la ricostruzione computerizzata ingigantisce il cavo orale e pretende di spiegare analiticamente come il fluoro agisce contro la carie o come l'azione dell'uso corretto dello spazzolino può sconfiggere il tartaro. Il finale in sospeso lascia aperta la possibilità di altri sequel. Matthis van Heijningen vuole giocare d'anticipo ma probabilmente non ci crede nemmeno lui.
(La recensione del film "
La Cosa" è di
Mirko Nottoli)
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