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Jimmy Bobo recensione] - E' nei personaggi la magia di Bullet to the Head. Nel machismo goliardico e ispirato di Jimmy Bobo. Nell'ironia saggia e mordente del suo compare, alter ego e antagonista, Taylor Kwon. Anche nella cattiveria acida, manualistica, del mercenario Keegan. Il ritorno sugli schermi di Walter Hill, undici anni dopo il tiepido Undisputed, è una fanfara tonante, una dichiarazione d'intenti che mira a resuscitare il genere action, salvandolo dalla deriva commerciale tutta effetti speciali e slogan scaduti. Complice il "return to the future" di Sylvester Stallone, irriducibile bullo americano gonfio di ego e di testosterone, il regista dei Guerrieri della notte e di Strade di fuoco confeziona un poliziesco scoppiettante, una giostra di archetipi avventurieri e leggende virili, condita con acume e con dialoghi fluidi. Sly anima del film: invecchiato, imbottito di plastica, sempre più feticcio mortal combact, dimostra tuttavia di non aver perso del tutto il suo smalto. L'eroe eponimo di tante scazzottate anni Ottanta, capostipite ancora acclamato di una generazione di duri dal cuore tenero, è un Jimmy complesso, interessante, un mercenario vecchio stampo che abbina un'etica al grilletto facile, buon padre di famiglia con l'occhio sempre incollato al bersaglio. E' un piacere vedere le forme sformate di Stallone prestate con nuova enfasi a un personaggio dei suoi: un combattente idealista fedele a una sua linea, per quanto distorta, che è insieme citazione ed evoluzione del Rambo che ha sdoganato i muscoli ipertrofici e la violenza a fin di bene. Menzione di merito anche alla sceneggiatura di Alessandro Camon, parafrasi della graphic novel francese Du plomb dans la tete, che salva un film di genere dalle insidie del genere: sfruttando le sinergie tra i personaggi, le sottili intersezioni tra i loro caratteri e le due dita di spessore conferite (eccezionalmente) a quelle che altrove sarebbero state semplici macchiette al soldo dello spettacolo, lo script si aggiudica una nota riflessiva e vagamente moralistica che placherà i critici delle azzuffate tout court. Una cosa è certa: Bullet to the Head è la conferma che l'action movie non è un'etichetta sciupata dai troppi incassi e da dubbie prestazioni. E che un mito come Sylvester Stallone ha ancora qualche bel colpo da sparare.
(La recensione del film "
Jimmy Bobo" è di
Elisa Lorenzini)
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