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IO E TE - RECENSIONE
Io e te recensione
Recensione

Io e te recensione
[Io e te recensione] - Lorenzo è un quattordicenne introverso, brufolone e con una zazzera riccioluta e indomabile. Ha un "Sé grandioso", come ripete il suo psicologo alla madre, e questa condizione lo porta a isolarsi dai suoi compagni, con la musica che ascolta a ripetizioni con le enormi cuffie dell'i-pod. Un giorno, piuttosto che consegnare i soldi per la settimana bianca alla sua maestra, decide di usarli per nascondersi nella cantina di casa sua e "prendersi una vacanza" dal mondo. Lorenzo è pronto a trascorrere qualche giorno in completo isolamento, col suo computer, merendine, coca-cola e qualche scatoletta di tonno. Tuttavia, arriva un imprevisto: la sua sorellastra Olivia, di 25 anni; siciliana, fotografa sofferente e tossica. La convivenza tra i due fa scaturire discussioni, gelosie e rivincite ma porta entrambi verso un sentimento fortissimo ma di cui erano entrambi bisognosi: l'amore tra fratello e sorella. Io e Te, tratto dall'omonimo romanzo breve di Niccolò Ammaniti (che per il film si è dedicato anche alla sceneggiatura) rappresenta l'esordio cinematografico dei due protagonisti, Jacopo Olmo Antinori e Tea Falco, ma anche e soprattutto il ritorno al cinema di Bernardo Bertolucci, assente dalle sale cinematografiche dal 2003. Con Io e Te, Bertolucci conferma il suo amore per i giovani e soprattutto per il periodo adolescenziale che diventa un momento non solo di crescita ma anche di vera e propria scoperta e consapevolezza del proprio sé; l'abbiamo visto con Io ballo da sola, con The Dreamers e ora con questa piccola perla. Il regista, che non faceva un film da quasi 10 anni, a causa di una malattia che gli impossibilitava i movimenti agli arti inferiori e che lo costringe su una sedia a rotelle, ha deciso di filmare una storia rinchiudendosi in una cantina: un ambiente claustrofobico che, tuttavia, non porta lo spettatore a sensazioni angosciose bensì all'interno di situazioni intime, quasi familiari e fortemente nostalgiche, grazie soprattutto alla fotografia di Fabio Cianchetti e alla scenografia di Jean Rabasse e ai costumi di Merka Kosak. Il film, a tratti, non si capisce esattamente che piega voglia prendere; se restare sospeso in un'apparente condizione onirica oppure lasciarsi abbindolare dalla tragica realtà. Di fatto, i punti di forza sono i due protagonisti che, a detta del regista, hanno condizionato in parte anche l'andamento delle riprese di Io e Te. I personaggi di Lorenzo e Olivia rappresentano due soggetti che mascherano la loro condizione di adolescenti: il primo si cela dietro il suo amore per gli animali ai quali non fa domande e dai quali non si aspetta delle risposte. La seconda, a tratti, diventa sia opera d'arte – tramite le sue foto – e sia manichino da stravolgere con gli abiti della vecchia contessa, ex proprietaria della cantina. I due, più che portarci alla claustrofobia, ci conducono a una condizione di claustrofilia (amore per gli ambienti chiusi) dalla quale, tuttavia, con maggiore consapevolezza dobbiamo necessariamente tutti venir fuori, prima o poi. (La recensione del film "Io e te" è di Francesca Casella)
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