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Il Sospetto recensione] - Lucas (Mads Mikkelsen) lavora in un asilo di un piccolo paese della Danimarca, situato tra ombrosi boschi ricchi di alberi e splendidi daini. Lucas vive un momento difficile della sua vita: separazione coniugale e difficoltà ad avere l'affidamento del figlio adolescente. Il lavoro di Lucas come insegnante di asilo è molto apprezzato, sa gestire i bambini ed ha un ottimo rapporto con tutti i colleghi di lavoro. Tra i bambini c'è Klara (Annika Vedderkopp), figlia del suo più caro amico, che vorrebbe da Lucas attenzioni più amorevoli, sbilanciandosi in effusioni un po' fuori luogo che Lucas fa subito notare alla bambina con estrema dolcezza. Ma Klara subisce una mortificazione e muove verso Lucas accuse calunniose di pedofilia nei suoi confronti. Thomas Vinterberg ancora una volta alza il sipario sul sistema di relazioni umane, sulle veemenze emozionali, sul cannibalismo di sentimenti, coscienze e reputazioni. Come è stato per "Festen", Vinterberg anche per "Il sospetto" si esprime con una ricerca stilistica rigorosa. Il co-fondatore insieme a Lars von Trier del movimento "Dogma 95", scrive con forza incisiva le inquietudini sentimentali del mondo contemporaneo espresse nel personaggio bigotto e frustrato della direttrice dell'asilo Grethe (Susse Wold), dando spazio ad un dilagare successivo di azioni collaterali ghettizzanti verso Lucas da parte di amici, colleghi e conoscenti, gente che fa parte di una piccola e chiusa comunità. Vinterberg punta a tutto tondo a far emergere le forze che agiscono nelle leggi spesso sorprendenti nell'eterno gioco dei sentimenti demolitori e distruttivi. Meditazione affascinante, pur nella sua ambiguità, sul processo mediatico che si svolge nel passa parola tra i membri della comunità del piccolo paese di provincia, processo che mette alla gogna un uomo sulle parole stupide (come le definisce più volte la stessa Klara) di una bambina che forse, piccola com'è, percepisce sgomenta ma senza palesarlo il male che sta facendo a Lucas. "Il sospetto" si avvale così di una buona struttura formale pur narrando con grande forza visiva ed intensa drammaticità l'uomo Lucas cannibalizzato nei sentimenti, negli affetti, nella dignità, additato come pericolo pubblico a tutti gli effetti. Vinterberg ne "Il sospetto" non demonizza i bambini, ma lascia che un gioco crudele si realizzi attraverso gli adulti, che proiettano proprio sui bambini i loro fantasmi, riuscendo persino a mettere in bocca ai piccoli inermi le risposte assertive ai loro sospetti. E qui, fra una realtà feroce ed una fantasia infantile (oggi, ahimè, alimentata da immagini visive da più fonti), si snoda la tragica storia di un uomo che perde, giorno dopo giorno, il diritto alla sua stessa vita. Una storia che medita e fa meditare su un incredibile dramma sociale, espressa in modi e forme sceniche a tratti di grande suggestione visiva grazie alla fotografia di un paesaggio invernale dai colori ambrati, gelido, in cui il silenzio è rotto dalle pallottole sibilanti di provetti cacciatori di daini. Presentato al Festival di Cannes 2012 in concorso, "Il sospetto" è stato premiato, per la straordinaria interpretazione di Mads Mikkelsen.
(La recensione del film "
Il Sospetto" è di
Rosalinda Gaudiano)
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