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IL GRANDE E POTENTE OZ - RECENSIONE
Il grande e potente Oz recensione
Recensione

recensione di M. Nottoli
[Il grande e potente Oz recensione] - Sam Raimi in versione Tim Burton rivisita Il Mago di Oz come Tim Burton fece (ottenendo scarsi risultati) con Alice nel Paese delle Meraviglie, con James Franco che fa Johnny Depp tutto faccette e mossette (l'originale non era disponibile) e Danny Elfman che rifà per la milionesima volta le solite musiche alla Edward mani di forbice. Siccome ultimamente "remake" suona male, si preferisce chiamarlo "reboot" o, come in questo caso, apportare qualche modifica e travestirlo da "prequel", per raccontare come il mago di Oz divenne il mago di Oz. O meglio, come un ciarlatano da fiere, tal Oscar Diggs, è potuto diventare Il grande e potente Oz in virtù del fatto che la vera magia sta solo negli occhi di chi guarda. Raimi guarda a Tim Burton ma guarda anche all' Hugo Cabret di Scorsese. Là si omaggiava Méliès, qua si predilige il connazionale Thomas Edison ma in entrambi i casi a venire celebrata è la Magia del Cinema, letteralmente. La lanterna magica, la fabbrica dei sogni, la si chiami come si vuole. Un fascio di luce e una lastra di vetro e l'impossibile diventa possibile. Gli effetti speciali sono già tutti lì, contenuti in potenza in quella piccola invenzione. Anche il 3D, che adesso spopola mostrando altero le meraviglie di cui la tecnologia è capace. Il che va bene, per carità. La retorica insita nel "basta credere" e nel "sapersi ancora emozionare" ha una validità universale che non passa mai di moda. E' pur meglio un fuoco fatuo che la totale assenza di luce, scriveva Emily Dickinson. Ma assodato il concetto, passata la sbornia da infatuazione romantica, bisognerebbe forse anche dire, ogni tanto, che l'illusione per definizione si trasforma in delusione e che il fuoco fatuo è meglio ma solo in mancanza d'altro. Se così non fosse, sta a vedere che aveva ragione Berlusconi e che per negare la crisi bastava convincersi che i ristoranti fossero pieni e i voli per le Maldive già prenotati con mesi d'anticipo! Non è il giusto contesto per cavillare o disquisire in maniera cinica? Senz'altro. Stiamo parlando di una favola perché è di questo che Il grande e potente Oz si tratta, di una favola a tutti gli effetti e le favole sono fatte per i bambini. Per cui o avete 10 anni o siete disposti a regredire a quell'età, altrimenti tertium non datur. Per cui se mal digerite colori, colori e colori a dipingere in toni squillanti scenari irreali, streghe buone e streghe cattive, scope e bacchette magiche, nani e scimmiette volanti, una trama fondata su schemi elementari, la possibilità di meravigliarsi di fronte ai fuochi artificiali, sim sala bim, avete poco da storcere il naso: dare per scontata l'ingenuità, pura e semplice, è condizione fondante e fondamentale. (La recensione del film "Il grande e potente Oz" è di Mirko Nottoli)
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