recensione di R. Gaudiano
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Il comandante e la cicogna recensione] - Leo Buonvento (Valerio Mastandrea) è un idraulico, vedovo, con un marcato accento napoletano e due figli adolescenti che gli danno non pochi problemi. Leo ha un aiutante cinese, Fiorenzo, in ansia per Leo che non riesce a trovare una donna come compagna di vita. Ma Leo ha mille problemi, uno dei quali è l'essere il padre di Elia (Luca Dirodi), solitario tredicenne incompreso da tutti, che ha come unica amica Agostina, una bellissima cicogna con cui si da appuntamento ogni giorno in un campo periferico vicino casa, e di Maddalena (Serena Pinto), sedicenne esuberante con tanti fidanzati. Ogni notte, alle quattro in punto, Leo riceve la visita della sua defunta e sempre stravagante moglie Teresa (Claudia Gerini), con la quale sfoga le sue ansie e preoccupazioni. I membri della famiglia Buonvento un po' alla volta entrano in contatto con personaggi molto originali le cui storie s'intrecciano per casuali vicissitudini. Tra essi, Diana (Alba Rohrwacher), artista sognatrice e squattrinata che deve mesi arretrati di affitto al suo padrone di casa, Amanzio (Giuseppe Battiston), originalissimo moralizzatore urbano, Malaffano (Luca Zingaretti), truffaldino e strafottente avvocato, il cui unico vero interesse è quello di fregare il prossimo e lo Stato. Silvio Soldini con "Il comandante e la cicogna" torna a uno stile squisitamente intriso di ironica leggerezza e racconta una storia che si veste di una specifica dimensione umana allo sfascio, carattere nazionale di un paese, l'Italia, corrotto politicamente, rovinato da maleducazione, volgarità imperante, furbizia e violazione di ogni rispetto civile e sociale. Soldini, dietro una maschera ironica e una comicità che diverte abbastanza, denuncia una nazione che non si è saputa governare, una nazione in agonia sul fronte sociale, senza più giustizia, abbagliata dal sentimento dell'apparire a tutti i costi. La cicogna Agostina vola alto, su tutto questo marciume, sensibile però al richiamo del fischietto di Elia che il pennuto raggiunge su quel prato verde, magica zona franca. E se le statue che abitano le piazze delle nostre città potessero parlare e dire ciò che pensano, cosa direbbero di questo paese Garibaldi, Verdi, Leopardi, Leonardo? In una divertente dimensione surreale, Soldini intesse scambi di opinioni, giudizi, riflessioni tra questi personaggi pilastri della nostra memoria nazionale. "Il comandante e la cicogna" è un'opera sobria e godibile, con un forte senso morale, supportata da ottimi ingredienti come il cast, il montaggio, lo stile della fotografia, intere sequenze girate in digitale con effetti speciali ed una riuscitissima caratterizzazione di tutti i personaggi. Un Soldini, dunque, che differisce dagli ultimi film dallo stile quasi documentaristico. In questa sua ultima opera si respira leggerezza, voglia di uscire da uno stato catatonico di immoralità con un discorso univoco e corale.
(La recensione del film "
Il comandante e la cicogna" è di
Rosalinda Gaudiano)
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