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GRANDI SPERANZE - RECENSIONE
Grandi Speranze recensione
Recensione

recensione di M. Chersicla
[Grandi Speranze recensione] - Dal regista di "Quattro matrimoni e un funerale" e di "Harry Potter e il calice di fuoco" ci si aspettava molto di più sinceramente; Grandi Speranze, ultima fatica cinematografica di Mike Newell non si può certo annoverare nella lista dei suoi film più riusciti. Affezionatosi, probabilmente, alle sceneggiature liberamente ispirate dai romanzi ottocenteschi, il regista Britannico –che vanta nel curriculum due nomination agli Oscar per sceneggiatura e cast delle pellicole sopracitate- dopo la Rowling e Garcìa Marquez ci riprova con Dickens. Il confronto però sembra non reggere. La trama è abbastanza fedele al romanzo: Pip (Jeremy Irvine) è un orfano che vive con la sorella (Sally Hawkins) e il cognato Joe Gargery (Jason Flemyng), il quale affezionatosi al ragazzo lo prende in simpatia rivestendo il ruolo di padre e di migliore amico. Un giorno il bambino si scontra con un galeotto pericoloso che minacciandolo gli chiede del cibo e una lima per liberarsi delle manette. Il dì successivo, dopo aver esaudito le richieste del malvivente, Pip riceve l'invito da parte di un'anziana facoltosa, Miss Havisham (Helena Bonham Carter), che desidera un po' di compagnia. Il ragazzino entra in contatto con i ceti più alti e comincia a sognare una vita migliore, una posizione di gentiluomo e la mano di Estella (Holliday Grainger), la figlia adottiva della signorina Havisham. Ma le strade dei due ragazzini innamorati si dividono, Estella se ne va all'estero per imparare le buone maniere mentre Pip comincia l'apprendistato presso l'officina di Joe. Dopo qualche anno, l'avvocato Mr. Jaggers (Robbie Coltrane) si presenta a casa Gargery e informa la famiglia che un benefattore misterioso ha intenzione di prendere sotto la propria tutela Pip e di farlo diventare un Gentiluomo, procurandogli vitto e alloggio a Londra e mettendogli a disposizione una lauta somma di denaro, il tutto a patto che il ragazzo non cerchi mai di scoprire l'identità del generoso messere. Pip, col beneplacito di Joe, decide di accettare l'offerta sperando così di riuscire a sposare Estella una volta diventato Gentiluomo. Riuscirà Pip a realizzare i suoi desideri? Pur partendo dal presupposto che non è semplice per un regista confrontarsi con un romanzo, specie se è un grande classico di una penna autorevole come quella di Dickens, Grandi Speranze purtroppo non si può definire un film all'altezza del libro dal quale è stato tratto. La trama, ovviamente per questioni di tempo, salta molti passaggi e Newell tende a evidenziare la storia d'amore tra Pip ed Estella in modo po' grossolano, attraverso delle zoomate improponibili in una pellicola di un certo livello e dei dialoghi, che per quanto tentino di riportare il più fedelmente possibile le parole di Dickens, appaiono sdolcinatamente ridicoli. Analizzando il finale, inoltre, ci si rende conto dell'impegno di Newell, ahinoi valso a nulla, nel riportare pari pari il romanzo sullo schermo: le scene si velocizzano e la storia progredisce in modo troppo rapido rispetto a tutto il resto del film, e nell'ultima sequenza l'ambientazione silvestre sembra ricordare effettivamente quella originale, ma l'inquadratura con cui finisce la pellicola lascia molto a desiderare. A onore del vero, la sensazione è che Mike Newell, per il suo Grandi Speranze, nonostante c'abbia messo davvero molto impegno per restare il più fedele possibile a Dickens, non ha fatto bene i conti con le tempistiche che implica una trasposizione cinematografica. Se il regista britannico si fosse coraggiosamente spinto oltre i 120 minuti di norma, probabilmente il film avrebbe avuto più potenzialità, la storia sarebbe stata, forse, sviluppata meglio e meno frettolosamente. (La recensione del film "Grandi Speranze" è di Maurizia Chersicla)
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