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E' STATO IL FIGLIO - RECENSIONE
E' stato il figlio recensione
Recensione

è stato il figlio recensione
[E' stato il figlio recensione] - Busu, un cinquantenne trasandato, siede all'ufficio postale di Palermo in attesa che arrivi il suo turno per pagare le bollette. Per vincere la noia, l'uomo comincia a intrattenere le persone che gli stanno accanto raccontando delle microstorie. Una di queste è proprio quella della famiglia Ciraulo, famiglia che sembra conoscere molto bene. Nicola Ciraulo (Toni Servillo) è un disoccupato che, per sopravvivere e mantenere la moglie Loredana (Giselda Volodi), i figli Tancredi (Fabrizio Falco) e Serenella (Alessia Zammitti)e gli anziani genitori Rosa (Aurora Quattrocchi) e Fonzio (Benedetto Raneli), rivende il ferro che ruba dalle navi in disarmo. Un giorno la secondogenita viene coinvolta accidentalmente in un regolamento di conti della mafia e muore a causa di un proiettile vacante. La famiglia Ciraulo da quel momento non è più la stessa; la perdita della piccola destabilizza gli equilibri di casa. Una speranza di serenità compare all'improvviso quando l'amico Giacalone (Giuseppe Vitale) invita Nicola a chiedere allo Stato il risarcimento previsto per i parenti delle vittime di Cosa Nostra. La domanda viene accolta ma i Ciraulo cominciano a sperperare i soldi prima di riuscire ad incassarli, e una volta indebitatisi si ritrovano a dover chiedere aiuto agli usurai. Quando arriva il risarcimento, alla famiglia resta solo la somma modesta di 80 milioni di lire e il dubbio su cosa farne. La decisione è presto presa: acquistare una costosissima ed "utile" Mercedes, che in realtà, poi, porterà solo guai. Il debutto cinematografico come "solista" di Daniele Ciprì non sorprende ma nemmeno delude. L'opera è senz'altro matura dal punto di vista tecnico, la fotografia è ben curata, la sceneggiatura liberamente tratta dall'omonimo romanzo di Roberto Alajmo lascia un po' a desiderare, ma fortunatamente i dialoghi reggono grazie a qualche battuta comica e al cast di alto livello. La storia di per sé non è una grande novità e il merito che va fatto al regista è proprio quello di aver saputo dirigere la macchina da presa in modo originale, dando alla pellicola un aspetto grottesco, quasi surreale, vagamente riconducibile a quello assurdo e favolistico di Bagdad Cafè (di Percy Adlon). I personaggi rappresentano i classici caratteri siciliani, e anche se per la maggior parte del film sembra che tutto ruoti attorno ad una gerarchia patriarcale, proprio nelle ultime scene si vede come in realtà sia una donna, una madre, a tenere in mano le redini della famiglia e a deciderne il futuro. Il film è carino da vedere; ci sono momenti drammatici e altri più comici in cui si ride, anche se è onnipresente una nota melanconica negli sguardi di tutti i personaggi che sembra quasi volerci comunicare il loro disagio interiore. (La recensione del film "E' stato il figlio" è di Maurizia Chersicla)
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