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DREAM HOUSE - RECENSIONE
Dream House recensione
Recensione

dream house recensione
[Dream House recensione] - Dream House sarà sicuramente ricordato di più per le vicende extra cinematografiche che lo hanno riguardato, che per i meriti di un film che si potrebbe definire senza infamia e senza lode. Galeotto fu infatti il set per Daniel Craig e Rachel Weisz che lì si sono incontrati, innamorati e poco dopo sposati in gran segreto. Inoltre screzi tra il regista e i produttori hanno fatto sì che i due attori protagonisti, solidali con Sheridan, si siano rifiutati di promuovere il film in giro per il mondo. Quindi se di Dream House non avete mai sentito parlare, tranquilli! non è colpa vostra. Occasione persa per persa, tanto vale gettarlo nelle sale semichiuse del più torrido venerdì dell'universo, quando la stragrande maggioranza delle persone è già incolonnata in autostrada, direzione mare, non certo nell'unica multisala rimasta aperta in città, ad orario ridotto per giunta! Peccato perché, nonostante non vi sia un fotogramma che non abbiamo già visto altrove, Dream House qualche cartuccia da sparare ce l'ha. Jim Sheridan, grande nome da parecchi anni appannato assai, sulla scorta, certo, del Senso senso e di The Others, confeziona un film di genere che non esce di un millimetro dal solco tracciato dai clichè consolidati in anni e anni di cinema a base di case stregate, efferati omicidi sepolti, fotografie sbiadite, scricchiolii sinistri, presenze incorporee, ribaltamenti di prospettiva, quest'ultima alterata dai consueti strani scherzi che può giocare una psiche traumatizzata. Ma l'autore de Il mio piede sinistro realizza un film che sa anche diventare inaspettato quando si fa apologia di una grande storia d'amore, avvincente, sentimentale e commovente, capace di colpi di scena che seppur ben codificati, riescono davvero a far cambiare la percezione di quanto visto fino a quel punto. E questo nonostante una parte finale approssimativa in cui non tutti i tasselli sembrano trovare il loro giusto posizionamento, invalidata da una soluzione narrativa al limite del risibile, più adatta alle comiche di Benny Hill che ad un thriller psicologico di tal guisa. Tra gli aspetti positivi da segnalare anche la prova degli attori, dei già citati Daniel Craig e Rachel Weisz, convincenti come al solito (il feeling tra loro c'è e si vede), a cui si affianca una Naomi Watts, qui e in questi ultimi tempi, un po' defilata ma non meno incisiva. (La recensione del film "Dream House" è di Mirko Nottoli)
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