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Dracula 3D recensione] - Incredibile ma vero, Dario Argento rinasce con il 3D quando tutti lo davano ormai, e a ragion veduta, considerate le sue prove da una decina d'anni a questa parte, morto e sepolto. Non si trattava di un autore che aveva semplicemente perso l'ispirazione, come ce ne sono tanti, si trattava di un raro caso di cineasta che sembrava avesse dimenticato per intero l'abc della scuola di regia. E invece, misurandosi per la prima volta con il 3D, mentre (quasi) tutti ne hanno fatto finora un uso poco più che accessorio, Argento dimostra di saperlo impiegare con intelligenza e cognizione di causa al fine di amplificare l'effetto scenografico che pretende di ottenere. Capisce una cosa fondamentale, all'apparenza paradossale: il 3D ha bisogno di luoghi piccoli, chiusi, la sua cinepresa infatti riprende sempre a distanza ravvicinata, primi piani e piani medi, e quand'anche lo sguardo si allarga, l'angolazione di ripresa è sempre un po' sghemba, in diagonale, in modo che vi sia come una quinta che delimiti lo spazio e lo spazio sia scandito in profondità dai vari piani che si susseguono, rendendo finalmente tangibile l'effetto tridimensionale. Inoltre, a differenza degli ultimi, inguardabili, film, in Dracula non eccede in artigianali quanto raffazzonati effetti splatter, la "sceneggiatura" di Bram Stoker non gli consente di incartarsi in situazione improbabili, limita perfino al minimo le cadute di gusto. Anzi, riesce perfino a donare al suo Dracula una veste elegante e rustica al contempo, di derivazione quasi teatrale, sempre in bilico tra realtà e finzione dove al realismo di certune scene se ne alternano altre di spiccata irrealtà, come dimostrano i verdi accesi dei boschi o i giochi di luci e ombre d'interni espressionisticamente resi, sottolineata da un commento sonoro mai soverchiante ma atto a creare quell'atmosfera di malsano romanticismo che permea il racconto incarnato nella figura del Conte. Se la storia è arcinota a chiunque Argento riesce a darne comunque una versione personale, stilisticamente nuova e sensualmente ispirata, dall'andamento avvolgente, a tratti ipnotico. Dopo "Giallo" sembrerebbe impossibile. E invece mentre là c'era un doppio Adrien Brody a dir poco imbarazzante qua Rutger Hauer è un Van Helsing in splendida forma. Unica nota decisamente stonata, la figlia Asia. Non è una novità. Una che è convinta che mostrare le tette sia meglio di un corso di dizione. Si sbaglia. Trattandosi di Dracula: da metterle una croce sopra.
(La recensione del film "
Dracula 3D" è di
Mirko Nottoli)
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