recensione di S. Bucci
[
Colpi di fulmine recensione] - De Laurentiis rispolvera la formula del "movie-movie", grazie alla quale, nel 1980 con Qua la mano di Pasquale Festa Campanile, sfondò, per la prima volta per un film italiano, il tetto degli undici miliardi d'incasso.
Due storie che hanno come comune denominatore il travestimento (e quindi la menzogna). I protagonisti delle due storie sono costretti a trasformarsi in altri da sé per il proprio tornaconto.
De Sica è uno psichiatra che, per errore, viene creduto un evasore fiscale. Finché la situazione non sarà chiarita, il fratello avvocato (Alberto Maria Cecchini) gli consiglia di cambiare identità. Ed ecco che il Nostro si traveste da prete (come già accaduto al padre Vittorio nei Due marescialli) e fugge in Trentino, finendo nel paesino di Fiera di Primerio, dove si sostituisce al parroco.
Sembra di assistere a un film degli anni Cinquanta; per carità, persino nel succitato Qua la mano, l'episodio di Celentano era un riadattamento moderno di Don Camillo. Ma dai Cinquanta son passati oltre sessant'anni, pertanto appaiono un po' stantie certe figure, come la perpetua petulante (Arisa), il sindaco sciocco o la giornalaia procace (Deborah Caprioglio), tipiche appunto di una certa "commedia paesana" di ambientazione rurale, pre-boom economico. De Sica, come ha lui stesso rimarcato, è stato lasciato troppo solo. Lo script non l'ha rifornito di situazioni scoppiettanti, a differenza dello scorso anno (sebbene, alla fine, Vacanze di Natale a Cortina non abbia incassato secondo le aspettative), e il cast di "contorno" non è certo quello con cui si rapportava De Sica padre in Pane, Amore e Fantasia. La stessa Luisa Ranieri non ha la vis comica della Ferilli, né tantomeno della Foglietta del secondo episodio.
Alla fine, possiamo dire che l'episodio riesce, sì, a strappare qualche risata, ma solo grazie al mestiere e agli straordinari tempi comici di De Sica.
La seconda storia, con Lillo e Greg, è una sorta di My fair lady al contrario, una ripresa monnezzara del classico Pigmalione di Shaw. Nulla di nuovo neanche su questo fronte, lo stesso espediente comico e narrativo era già stato al centro dei Camionisti (1982, Flavio Mogherini); lì, un baronetto inglese si trasforma in trucido, per amore della benzinaia Daniela Poggi, grazie alle lezioni del coattissimo Chiavica (il cantante Sergio Leonardi); qua l'ambasciatore italiano presso la Santa Sede (Greg), per conquistare l'amore sguaiata pescivendola romana (Anna Foglietta), chiede al suo autista (Lillo) di insegnargli a diventare un "coatto".
Sotto un certo aspetto, con questo secondo episodio, verrebbe quasi da pensare che De Laurentiis abbia chiesto ai suoi autori di sfidare I soliti idioti sul loro stesso territorio - lo scopo ultimo di Ruggero De Ceglie non è proprio quello di trasformare il figlio Gianluca in un volgare coatto come lui? -. Molto più probabilmente, supponiamo che gli sceneggiatori abbiano lavorato su uno dei cavalli di battaglia di Lillo e Greg (il dizionario italiano-coatto), costruendoci sopra una storia non originale, ma più fresca, divertente e compatta del primo episodio. Una menzione particolare va alla splendida Anna Foglietta che, film dopo film, diventa sempre più brava, rivelandosi una delle migliori attrici italiane di commedia.
In conclusione: un prodotto medio comunque da vedere, peccato però per la poca cura dell'episodio con De Sica.
(La recensione del film "
Colpi di fulmine" è di
Stefano Bucci)
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