[
Cloud Atlas recensione] - Alcuni film sono così sfacciatamente ambiziosi che discutere della loro riuscita è quasi futile: quello che conta è l'impresa. "Cloud Atlas", adattamento del mastodontico romanzo "L'atlante delle nuvole" di David Mitchell, 172 minuti di enciclopedica dissertazione sulle malizie del caso e sulla prevedibilità delle azioni umane, vanta il duplice primato di film tedesco e indipendente più costoso di sempre. Un progetto colossale, quello voluto e in qualche modo assemblato da Tom Tykwer e dai fratelli Wachowsky: un puzzle di vissuti e di sfondi storici, inanellati in una fluida panoramica degli errori umani, dalle discriminazioni razziali dell'America postcoloniale agli scenari distruttivi concepiti in piena guerra fredda, fino alle supposte barbarie dei peccatori del futuro, glaciali e spietati come da migliore tradizione fantascientifica. Sei storie, sei microcosmi inseriti in una pretenziosa raffigurazione del continuum spazio-temporale: l'atlante delle nuvole è una mappatura della storia umana fatta di archetipi e di icone storiche, che vuole suggerire l'esistenza di una legge superiore, un meccanismo regolatore che riunisca tutte le dinamiche entro una stessa cornice e le riporti al principio base della consequenzialità. E' l'idea che il mondo si rinnovi solo superficialmente, per continuare poi a sfornare la stessa sostanza, il principio ispiratore di "Cloud Atlas": una teoria di certo già sentita, ma mai rappresentata con un così esteso (e oneroso) dispiego di forze. Il leitmotiv della continuità etica e spirituale tra un'epoca e l'altra è ben sottolineato dall'impiego degli stessi attori in ruoli e in contesti diversi: un simbolismo efficace, che consente inoltre di apprezzare alcune prove di grande duttilità, prima su tutte quella di Tom Hanks. Com'era inevitabile, la sceneggiatura a sei mani si inceppa in più punti, segue un ritmo discontinuo e paga lo scotto di una vocazione vagamente moralistica che il trio registico sfoga in alcune parentesi riflessive di imperdonabile lentezza. Sbavature che in altre pellicole sarebbero sgusciate con facilità tra le pieghe di un plot ben congegnato, finendo con l'impreziosire un lavoro d'autore, in un film di tre ore che ambisce a riassumere lo scibile umano nelle sue forme passate, presenti e future, spiccano con colpevole evidenza. Tuttavia, complice l'ampiezza stessa della trama (delle trame, sarebbe più giusto dire) e la recitazione mirabile di alcuni interpreti, "Cloud Atlas" passa l'esame con una sufficienza piena. Se critica e botteghino non lo consegneranno alla Soria, resterà comunque uno dei migliori tentativi di raccontarla tutta.
(La recensione del film "
Cloud Atlas" è di
Elisa Lorenzini)
- Vai all'
archivio delle recensioni
- Lascia un commento, la critica o la tua recensione del film "
Cloud Atlas":