recensione di E. Lorenzini
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Ci vediamo a casa recensione] - "Ci vediamo a casa", intona l'ugola d'oro di Dolcenera. "Cerchiamo casa", parafrasano i personaggi del film di Maurizio Ponti. Che cavalcano, con l'ingenuità dei prototipi senza pretese, uno dei miti infausti dei nostri tempi: la caccia al mattone. L'idea di partenza aveva una sua originalità: delle tante iniquità contemporanee affrontate al cinema, la ricerca di un tetto ha sempre transitato a latere di altri drammi più emotivi e lacrimevoli, senza mai ergersi a protagonista. Qui invece la fa da padrona. E si reincarna in tre storie diverse per età, estrazione sociale e livello di disperazione, accomunate dalla rincorsa della sospirata stabilità. Sfruttando un'inflazionata struttura episodica, Ponti dipana tre vite di coppia vagamente verosimili, poco empatiche e spinte a tratti oltre il limite del grottesco. Aspiranti conviventi disposti a svendere la propria intimità pur di avere un nido; giovani e ricchi rampolli illusi di costruirsi un'intesa a suon di soldoni; gay spiantati alle prese con i limiti (reali e immaginari) di un'esistenza ghettizzata. Gli ingredienti di questa italianissima commedia dolceamara si dispongono lungo l'ora e mezza di girato come atomi slegati, simboli di una deriva personale e culturale che, a quanto pare, coinvolge l'intero Paese: i precari gonfi di illusioni come i riccastri poveri di spirito. Però manca, a "Ci vediamo a casa", un respiro più ampio, un collante emozionale che riunisca le esperienze dei personaggi in una visione d'insieme autentica e salva da pregiudizi. Ponti si infogna in una classica rappresentazione corale dell'egoismo middle class, dove ognuno pensa al suo orticello e alle sue scadenze quotidiane, dove conta solo l'hic et nunc e al singolo sembra mancare un appiglio divino, un fine ultimo, un'ispirazione morale. I protagonisti sono figurette ricalcate da modelli di carta e inchiostro, mutuate dal dire comune e dalle sentenze dei sociologi: non hanno anima, sono bidimensionali. Peccato, perchè di osservazioni sul come e perchè cercare casa in questo sporco presente se ne potevano fare a iosa. E di più profonde.
(La recensione del film "
Ci vediamo a casa" è di
Elisa Lorenzini)
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