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CHERNOBYL DIARIES - RECENSIONE
Chernobyl diaries recensione
Recensione

recensione di M. Lomuscio
[chernobyl diaries recensione] - Horror a sfondo radioattivo, Chernobyl diaries è la nuova produzione del regista di Paranormal activity Oren Peli, il quale, dopo la felice esperienza di aver finanziato un successo come Insidious, sembra averci preso gusto e porta nei cinema un'altra storia di tensione, questa volta ambientata a Pripyat, città in cui vivevano i dipendenti della centrale nucleare del titolo. Oltre a produrre, Peli scrive la sceneggiatura insieme a Carey e Shane Van Dyke; mentre la regia è affidata all'esordiente Brad Parker, che, con fare diligente e formale al genere, racconta una vicenda di mistero in cui un gruppo di turisti americani in vacanza nell'Europa dell'est (Hostel docet) si trova improvvisamente catapultato nel suo peggiore incubo, isolato nel mezzo di una città fantasma e alle prese con misteriose entità dalle intenzioni poco benevoli. Ormai, struttura e personaggi sono all'ordine del giorno per questi prodotti: abbiamo quattro amici per la pelle, due fratelli e due ragazze, una delle quali legata sentimentalmente a uno dei ragazzi, più due turisti raccattati all'ultimo momento e una guida della zona; oltre all'enorme scenografia della città fantasma e tanta atmosfera da mettere i brividi. E questi ultimi non mancano durante la visione, ma, sebbene l'evolversi di eventi raccapriccianti tenda a creare in maniera evidente quell'attesa che, tempestata di inseguimenti al buio e fughe verso la salvezza, precede di solito il sorprendente epilogo a effetto, la delusione di Chernobyl diaries risiede proprio nella chiusura, incapace di appagare appieno e riducendo l'operazione a un esercizio di stile fine a se stesso. Poi, c'è qualche riferimento al cinema P.O.V. (point of view), caro a Peli, e Le colline hanno gli occhi, oltre a un uso minimo del sangue, in quanto si cerca di far paura senza affidarsi a esagerazioni visive. Sinceramente, però, è proprio di qualche effettaccio di trucco che Chernobyl diaries avrebbe necessitato, perché di urla e salti sulla poltrona ce ne sono anche troppi e, alla lunga, stancano. Magari, Parker ha pensato che sarebbe stata sufficiente l'ambientazione per colpire gli spettatori, ma, per fare un prodotto di tensione come si deve, bisogna anche cercare il giusto coinvolgimento nella costruzione degli eventi e nel perché questi esistano all'interno della storia, altrimenti la credibilità dell'operazione va persa. (La recensione del film "Chernobyl diaries" è di Mirko Lomuscio)
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