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Blue Valentine recensione] - Quando troppo si è detto, un buon antidoto alla monotonia è un silenzio ragionato. E una fotografia che parli più delle parole. Derek Cianfrance ha scelto di raccontare, come da sottotitolo, "a love story": e lo ha fatto senza clamori, spogliando il suo Blue Valentine di ogni possibile sottotrama, tagliando i personaggi accessori, le digressioni, i dislivelli narrativi, le ipotesi campate in aria. Quello che il film di Cianfrance spiega è il passaggio, doloroso e perlopiù irrazionale, da una fase di entusiamo iniziale a una di blackout finale. Una parabola rimasta oscura ai più: cosa innesca la fiamma e cosa, lentamente, la prosciuga? Dopo vari tentativi di rianimare le emozioni che li avevano spinti l'uno verso l'altra, Dean e Cindy si concedono un'ultima chance per ritrovarsi, lontano dall'assillo dei luoghi e dei ricordi, lontano dalla figlia Frankie, dal senso di colpa e di impotenza, in una triste, solitaria sublimazione dell'intimità perduta: la stanza di un motel. A partire da qui e nel corso di un weekend catartico, si snoda, grazie all'uso alternato del digitale (per il freddo presente) e della pellicola (per il rimpianto passato), il vissuto di una coppia come tante, la slavina subdola e lenta del disamore, la fuga immotivata della complicità, insidiata dalle incomprensioni, dai piccoli screzi, dalla noia della routine. Fino al tonfo che fiacca gli ultimi sforzi, liberando l'ansia da prestazione tardiva, la croce dell'ennesimo tentativo, la goffaggine nata dal riscoprirsi estranei. Scarna come la colonna sonora dei Grizzly Bear, la trama di Blue Valentine avrebbe potuto spegnersi in una debole riproposizione di un clichè redditizio: la fine di un amore. Invece, grazie alle belle prove di Ryan Gosling e Michelle Williams (candidata all'Oscar nel 2011 per il ruolo di Cindy), il film di Cianfrance guadagna una sua originalità. Sono i due giovani protagonisti, belli quanto basta per far sognare e bravi a personalizzare ciò che la sola bellezza avrebbe reso insipido, l'anima di questo amaro San Valentino. Che piacerà o non piacerà. Ma resterà comunque un modo insolito di festeggiarlo.
(La recensione del film "
Blue Valentine" è di
Elisa Lorenzini)
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