recensione di M. Chersicla
[
Bella Addormentata recensione] - Marco Bellocchio colpisce ancora. Con Bella Addormentata il regista emiliano-romagnolo raggiunge l'apice artistico della sua carriera. A dispetto di tutti i pronostici e delle attese, la pellicola che molti si aspettavano di forte impatto, provocatoria e nettamente parziale, in realtà è risultata essere estremamente delicata e politicamente neutra. La vicenda di Eluana Englaro fa solo da sfondo, da cornice, all'intreccio delle tre storie che vengono narrate parallelamente. Bellocchio ci presenta inizialmente il difficile rapporto tra il senatore di Forza Italia, Uliano Beffardi (Tony Servillo – Il divo, Gomorra), che essendo a favore della libertà assoluta di scelta vorrebbe votare contro il decreto legge di Berlusconi, e la figlia Maria (Alba Rohrwacher - Il papà di Giovanna, La solitudine dei numeri primi), ragazza credente che decide di andare a Udine a manifestare a favore della vita di Eluana. Ed è proprio nella cittadina friulana che Maria, grazie a Roberto (Michele Riondino – Dieci inverni, Noi credevamo), scopre l'amore e tutte le sue sfumature, riuscendo alla fine a comprendere il padre. L'intreccio della trama ci porta, successivamente, nella casa di una famosa attrice, Divina Madre (Isabelle Huppert – Le affinità elettive, Grazie per la cioccolata), mamma di Rosa (Carlotta Cimador) e Roberto (Brenno Placido – Romanzo criminale, Il grande sogno) che, per seguire le cure di sua figlia vivente in stato di coma vegetativo, cerca nella fede e nella preghiera il miracolo della guarigione, sacrificando però il rapporto col marito (Gianmarco Tognazzi - Romanzo criminale, Il mattino ha l'oro in bocca) e col figlio. La terza storia narrata vede come protagonisti, invece, un giovane dottore alle prime armi (Pier Giorgio Bellocchio – Vincere, Sorelle Mai) che cerca in ogni modo di impedire ad una paziente tossicodipendente (Maya Sansa – L'uomo che verrà, Il primo uomo) di suicidarsi. Da come si può dedurre, quindi, la vicenda di Eluana Englaro viene "utilizzata" solamente come filo conduttore tra le varie trame tessute nell'intreccio narrativo, come spunto di riflessione sul concetto di libertà di scelta. Per il resto, quello che viene rappresentato nello schermo non è altro che la condizione stessa dell'esistenza umana in tutte le sue forme: dal rapporto genitori-figli all'amore, dalla malattia mentale a quella fisica, dai dubbi di un uomo-padre a quelli di un uomo-politico, dal desiderio di morte a quello della vita. Con questo film Bellocchio, più che approfondire ed imporre direttamente la propria visione circa l'aspetto etico dell'eutanasia, mette con delicatezza, in modo neutrale, davanti allo spettatore i due punti di vista, quello laico e quello religioso. La sua maestria, in questo caso, sta proprio nel riuscire a presentare equilibratamente sullo stesso piano i due pensieri contrapposti e, quindi, a far sì che sia lo spettatore a decidere se e da quale parte stare, quale posizione prendere. Tutto ciò dà alla pellicola, oltre che un tono discreto e rispettoso verso i famigliari della Englaro, una speciale dignità che nessuna polemica potrà mettere in discussione. In conclusione, Bella addormentata è un film di risvegli, è un film d'amore, è in un certo senso una manifesto, un inno alla libertà… alla libertà di scelta, alla libertà di pensiero. Un plauso non indifferente va fatto al cast eccezionale, senza il quale la pellicola non avrebbe sicuramente avuto tale personalità.
(La recensione del film "
Bella Addormentata" è di
Maurizia Chersicla)
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