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AMIR - RECENSIONE
Amir recensione
Recensione

Locandina
Amir recensione
[Amir recensione] - La struttura del cortometraggio è libera, duttile, aperta, ma deve avere la capacità di trasmettere emozioni in un messaggio che si distingua per la capacità di sintesi. "Amir", cortometraggio di Jerry D'Avino riassume queste caratteristiche, riuscendo a raccontare, attraverso una struttura narrativa ben equilibrata, la paura, l'impotenza umana, l'arroganza del potere, la rassegnazione nei confronti di un destino già segnato. Ogni elemento contribuisce alla descrizione e dinamicità del messaggio. Dallo squallore della stanza del prigioniero, al suo volto disperato, al volto mascherato dei suoi aguzzini, al fluttuare delle vesti della donna che grida il suo dolore nel nome del marito. I suoni, i rumori giocano un ruolo nell'esaltazione dei sensi, quasi si percepiscono gli odori e la temperatura esterna del luogo. L'uomo legato ad una sedia, torturato, i carcerieri che si arrogano il diritto di vita o di morte, mentre una donna grida il suo dolore che si espande ad onde concentriche nel suo utero gravido. D'Avino racconta in 10' una storia di guerra, di torture e di dolore. Il colpo di scena finale, simbolico, catalizzante, chiude il cerchio: un conflitto che si perpetua nella paura di un bambino che dorme e sogna, ma è una paura reale, percepita tutta già nell'utero materno che lo ha ospitato prima della nascita. (La recensione del film "Amir" è di Rosalinda Gaudiano)
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