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Amiche da morire recensione] - Checché se ne dica, le donne sanno uccidere senza farsi scoprire, sanno mantenere i segreti e, a quanto pare, sanno girare anche buoni film. No, non stiamo dando i numeri. Parliamo di "Amiche da morire", opera prima della regista esordiente Giorgia Farina, laureata in "Fine Arts" alla Columbia University e da anni attiva nel campo dei cortometraggi. Grazie anche all'occhio lungimirante dei produttori Raffaella e Andrea Leone, l'appena ventisettenne regista riesce finalmente a portare una ventata di novità sulla scena cinematografica italiana, una ventata che risente di influenze internazionali ed è finalmente libera da regionalismi e provincialismi, che invece continuano purtroppo ad essere il punto forte di molte pellicole italiane da box office. Il che è paradossale, se si pensa che la storia si svolge su di un'isoletta non meglio identificata del Sud Italia, in cui tre donne completamente diverse si trovano a dover nascondere un omicidio. La svampita Olivia (Cristiana Capotondi), ha infatti ucciso suo marito Rocco dopo aver scoperto la sua identità di rapinatore, e con l'aiuto della escort Gilda (Claudia Gerini) e della zitella iettatrice Crocetta (Sabrina Impacciatore), tenta di nascondere al goffo ispettore di polizia Malachia (Vinicio Marchioni) il delitto e il denaro sottratto al ladro. Forte della sua cultura cinematografica, la Farina sembra voler citare alcuni pilastri della cinematografia italiana come i grandi Mario Monicelli e Sergio Leone, regalandoci una commedia dai toni noir che fa ridere con intelligenza senza per nulla cadere nella volgarità, in cui il regionalismo fa solo da divertente sfondo e non contamina eccessivamente con i suoi cliché la sceneggiatura né tantomeno i personaggi. La bellezza dei paesini del Sud crea anzi un'atmosfera senza tempo e dona un'aria surreale all'intera narrazione, il cui plot è sicuramente poco verosimile ma assolutamente efficace. Il tutto è affidato a un affiatato quanto improbabile trio di splendide attrici (tra cui domina, incontrastata, la bravissima Sabrina Impacciatore), ognuna con un ruolo che sembra calzarle a pennello (possiamo passare anche il forzato accento siciliano della Capotondi), accompagnato da un vero e proprio coro di personaggi tipici ben studiati. Bravo anche Vinicio Marchioni ("Er Freddo" di "Romanzo Criminale – La Serie"), finalmente alle prese con un ruolo comico. In uscita a ridosso della Giornata della Donna, "Amiche da morire" è una commedia intelligente in grado di affermare con la giusta leggerezza che le donne possono farcela anche da sole, un film in grado di dimostrare che il cinema italiano può forse iniziare a contare sulle giovani promesse per ritrovare la strada giusta che sembra aver perso da alcuni anni a questa parte.
(La recensione del film "
Amiche da morire" è di
David Di Benedetti)
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