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Acciaio recensione] - Di acciaio era intriso il bel romanzo di Silvia Avallone (esordio d'oro, premio Campiello Opera Prima, tradotto in diciotto lingue). E l'acciaio č anche il vero protagonista della resa cinematografica firmata da Stefano Mordini. Una fetta di societą dimenticata, un micromondo impuro saldato a sangue alle fabbriche Lucchini di Piombino, una piccolezza esistenziale malata di provincialismo e di sfiducia: questi gli attori principali di "Acciaio". Il regista evita saggiamente le sbavature retoriche e gli eccessi romanzeschi che abbondano nel libro della Avallone. La storia delle adolescenti Anna e Francesca, dei loro genitori inadeguati e fratelli turbolenti, del loro avvitarsi attorno al recinto grezzo e precario di una quotidianitą operaia, povera e insulare, viene svolta con delicatezza e sobrietą, senza clamori, senza scene madri, colorando le punte drammatiche con la sola bellezza delle interpretazioni. Su tutte spicca quella di Michele Riondino, alle prese con l'ennesimo (ma mai uguale a se stesso) ventenne irrequieto e incompiuto, che gratta la superficie sterile del suo mondo in cerca di una terra promessa, abbagliato da illusori lampi di eroismo, innamorato di un futuro e di una donna che si vede negati per nascita. E' il personaggio di Alessio il vero traino del film: la sua lotta disperata contro le asprezze del destino e dei doveri imposti assurge, nella splendida prova di Riondino, a simbolo di una comunitą negletta, ingrigita dal contatto con una natura arida e una routine alienante, prosciugata dei suoi sogni. La fotografia insiste volutamente sugli scorci di un paesaggio tetro, da provincia meccanica, che recita accanto agli attori e motiva i loro gesti e le loro psicologie. Ottime le esordienti Anna Bellezza e Matilde Giannini, prese a pič pari dall'immaginario di carta della Avallone, con i corpi inquieti e i sorrisi sbiechi delle adolescenti in cerca di sč. "Acciaio" č un film progettato per rispettare una buona idea di partenza levigandone i difetti. E il risultato premia decisamente le intenzioni.
(La recensione del film "
Acciaio" è di
Elisa Lorenzini)
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