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giustificazione.
Ma qui? Quale operatore
professionista realizzerebbe
un prodotto con queste
caratteristiche, anche
se in situazioni non
agevoli? Senza contare
che il tremolio continuo
si ha, inspiegabilmente,
sia quando l'operatore
percorre un sentiero
disagiato sia quando
riprende una ragazza
comodamente seduta
a casa. L'atmosfera
di falso e di costruito
(malamente) aumenta
anche perché
la sceneggiatura è
notevolmente manchevole.
Perché gli
abitanti del Polesine
sono tanto ostili
reticenti e restii
a parlare dei Filò,
usanza arcinota? Perché
i componenti di una
troupe non fanno altro
che litigare, infastidirsi
a vicenda, polemizzare
su ogni cosa come
se si vedessero per
la prima volta? Perché
la madre di un ragazzo
scomparso misteriosamente,
con le spalle rivolta
alla camera e intenta
a lavare i piatti,
dice ai documentaristi
che non vuole parlare,
dice loro di andare
via, quando |
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evidentemente è
lei che li ha fatti
entrare in casa? Non
sarebbe normale che
i ricercatori per
sapere qualcosa in
più sul suddetto
ragazzo andassero
per prima cosa a parlare
con la polizia? E
chi ritrova un manoscritto
di quasi cento anni
fa, prima di intraprendere
un dispendioso viaggio
per scoprire se quello
che dice è
vero, non dovrebbe
innanzitutto fare
la cosa più
semplice: chiamare
degli esperti per
analizzare la scrittura
e il tipo di carta?..
Ma le incongruenze
in questa opera sono
tante e tante. Inspiegabilmente
vincitore del "Mélièrs
d'Argento" al
Fantavestival (e in
seguito a questo riconoscimento
il film concorrerà
al prestigioso "Mélièrs
D'Or" che si
terrà a Bruxelles
nel 2006), il lavoro
è costituito
da 92 minuti di gran
mal di testa e di
vista infastidita,
92 minuti in cui non
accade quasi nulla,
92 minuti che sembrano
molti ma molti di
più. Il tutto
sa di presa in giro
per l'eventuale pubblico
(che, presumo, sarà
scarsissimo). Le note
di produzione dichiarano:
"Un viaggio che
iniziato con leggerezza,
si trasformerà
in un'esplorazione
allucinante dell'Inferno
sulla Terra.".
Evidentemente abbiamo
visto un altro film
(?).
p.s. D'inverno, la
stalla diventa il
centro della vita
sociale e familiare:
le famiglie di una
contrada si riunivano,
al caldo degli animali,
sotto la luce di una
lucerna a petrolio:
era il filò
e durante il filò
si parlava del più
e del meno, si raccontavano
antiche storie, si
narravano ancestrali
leggende.
(di Leo
Pellegrini )
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