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recensione il
mio migliore amico
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Ha scelto l'Italia
Patrice Leconte per
presentare in anteprima
mondiale Il mio migliore
amico. Una commedia
sul filo del dramma
che con leggerezza
e acume parla dell'amicizia,
o meglio della sua
assenza. Tratto da
un storia di Oliver
Dazat il film affronta
un tema profondo trattato
con la lievità
della commedia ma
che lambisce il dramma
umano quando François
(Daniel Auteuil),
un antiquario di successo,
si rende conto che
non ha amici ma solo
relazioni di lavoro.
Tutto ha inizio quando,
durante la cena di
festeggiamento del
suo compleanno, François
viene colpito dalla
dichiarazione della
sua socia in affari
Catherine (Julie Gayet)
che gli sbatte in
faccia: "Al tuo
funerale non ci sarà
nessuno". Un'
affermazione che offenderebbe
chiunque. Ma l'antiquario
è un uomo che
non si scompone facilmente
e, do- |
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po aver
dichiarato
che
di amici
ne ha
quanti
ne vuole,
scommette
con
Catherine
che
entro
dieci
giorni
le presenterà
il suo
migliore
amico,
pena
la cessione
di un
prezioso
quadro
acquistato
a caro
prezzo
ad un'asta.
Così,
ancora
pieno
delle
sue
certezze,
prende
a setacciare
Parigi
in cerca
di vecchi
compagni
di scuola
e conoscenze
varie.
Il caso
vuole
che
in queste
sue
peregrinazioni
nella
Ville
Lumière
si imbatte
sempre
nello
stesso
taxi,
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guidato da
Bruno (Il
comico Dany
Boon), un
tipo che ce
la mette tutta
per apparire
estroverso
e amico di
tutti, ma
che a sua
volta nasconde
le sue ferite
dell'anima.
Tra i due
nasce un rapporto,
un curioso
sodalizio...
Nello stile
di Leconte
la comicità
e il dramma
hanno spessore
profondo,
senza che
l'una sovrasti
l'altro, in
un gioco di
equilibri
che rendono
Il mio migliore
amico assai
gradevole.
Gli attori,
che offrono
tutti un'ottima
prestazione,
sono guidati
dal regista
con maestria
lungo un percorso
narrativo
mai debole,
mai pesante.
Daniel Auteuil
rende bene
un personaggio
per niente
simpatico
che deve riconsiderare
la sua vita,
non più
attraverso
la chiave
di lettura
del proprio
successo professionale,
ma sotto il
profilo degli
affetti e
della solidarietà
umana. Dany
Boon è
perfetto nel
delineare
il carattere
di un uomo
all'apparenza
comunicativo
e disinvolto
ma a sua volta
carico di
tensioni e
di "irrisolti".
Brava anche
Julie Gayet
il cui personaggio,
una omosessuale
che vorrebbe
essere considerata
come amica
dall'uomo
con cui condivide
la vita lavorativa,
agisce da
detonatore
e punto di
equilibrio
nello svolgimento
della storia.
Sono tutti
al loro posto
i personaggi
di contorno
che arricchiscono
l'architettura
del film.
Curata la
fotografia
di Jean-Marie
Dreujou che
offre inquadrature
e colori che
illustrano
bene il racconto,
impreziosito
dalle musiche
di Xavier
Demerliac.
Il mio migliore
amico induce
lo spettatore
alla riflessione,
ma senza pesantezze,
con la elegante
leggerezza
a cui ci ha
abituato il
regista.
(recensione
di Claudio
Montatori)
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recensione del
film "il
mio migliore
amico"! |
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