Nel 1989 Dolph Lundgren,
memorabile antagonista
di Sylvester Stallone
in Rocky 4 (1985),
interpretò
una pellicola intitolata
"The punisher",
successivamente distribuita
nel nostro paese direttamente
in vhs con il titolo
"Il vendicatore",
che, diretta da Mark
Goldblatt, già
regista della commedia
horror "Sbirri
oltre la vita"
(1987), nonchè
uno dei montatori
più richiesti
di Hollywood, raccontava
la vicenda di Frank
Castle, ex-poliziotto
trasformatosi in un
feroce giustiziere
dopo aver perso moglie
e figlio in un attentato.
In realtà,
il personaggio di
Frank Castle esisteva
già dal febbraio
del 1974, quando la
Marvel Comics lo presentò
in una parte secondaria
nell’albo "The
amazing Spider-man",
per poi dedicargli
tempo dopo una vera
e propria collana,
intitolata "The
punisher" (in
Italia "Il punitore").
Oggi, a quindici anni
di dista-
nza
dalla
pellicola
di Goldblatt,
"The
punisher"
torna
sugli
schermi
cinematografici
con
un nuovo
adattamento
a cura
di Michael
France,
già
coinvolto
in "Hulk"
e nell’imminente
"The
fantastic
four",
e Jonathan
Hensleigh,
sceneggiatore
e produttore,
tra
l’altro,
di "Fuori
in 60
secondi",
qui
al suo
esordio
registico,
e, come
ogni
eroe
dei
comics
che
si rispetti,
si riappropria
del
suo
simbolo
(in
questo
caso
un bianco
teschio
stilizzato),
assente
nel
lungome-
traggio
di cui sopra
per problemi
di diritti (almeno
così
è stato
detto). Se nel
fumetto Castle
diventava un
vigilante dopo
aver assistito,
nel Central
Park di New
York, al massacro
della propria
famiglia, vittima
casuale di un
episodio di
violenza, nel
film di Hensleigh
è un
ex membro delle
squadre d’assalto
che viene coinvolto
in incognito
nello svolgimento
di un ultimo
incarico dell’FBI
prima del congedo,
nel corso del
quale, erroneamente,
perde la vita
il giovane Bobby,
figlio del potente
e malavitoso
uomo d’affari
Howard Saint.
E già
da questi primi
minuti i due
protagonisti-antagonisti
della pellicola
presentano un
elemento in
comune: entrambi
sono motivati
da una inarrestabile
sete di vendetta
che evidenzia
il loro profondo
attaccamento
alla famiglia,
infatti, se
Saint, affiancato
dalla bellissima
quanto perfida
moglie Livia,
fa uccidere
dai suoi scagnozzi
tutti i familiari
di Castle per
vendicare Bobby,
Castle, a sua
volta, diventa
un implacabile
giustiziere
al servizio
del bene, supportato
dai simpatici
vicini di casa
Joan, Dave e
Bumpo, in memoria
della sua compagna
e del suo figlioletto.
Non a caso,
il regista ha
dichiarato:
“Poiché
si tratta di
un film sul
tema della vendetta,
volevo approfondire
i molti aspetti
che portano
a tale risoluzione.
Ho cercato di
mostrare che
ci sono vendette
legittime e
vendette sbagliate”.
Poi prosegue:
“Come
cineasta, io
non