THE PUNISHER
 
  prendo posizione su questo punto ma ho cercato di stabilire delle regole ben precise per il personaggio, così come del resto è nel fumetto. Se qualcuno dedica la sua vita alla vendetta, magari per conto della società, deve necessariamente imporsi e attenersi a delle regole ben precise. Castle persegue soltanto coloro che, senza ombra di dubbio, per sua conoscenza diretta o perchè già giudicati e giustamente condannati dalla società, hanno commesso i crimini più odiosi. La sua non è mai una vendetta gratuita”. Tom Jane ("La cosa più dolce", "Il corvo 2"), sorta di clone di Christopher Lambert, che incarna eccezionalmente, con un’interpretazione poco più che glaciale, il violento eroe della Marvel il cui unico scopo è la punizione, aggiunge. “Frank Castle scopre che chiunque può mettere da parte le proprie necessità e i propri desideri e lottare per un fine più alto. Dedicarsi esclusivamente a ciò che si ritiene giusto, senza aspettarsi alcuna ricompensa, può davvero fare la differenza in questo mondo. E io credo che Frank agisca guidato da questa filosofia; è questo che lo rende ‘il Punitore’”. Dopo l’immancabile presentazione della Marvel, ha inizio questa vicenda che, nella prima sequenza, si mostra come il solito action-movie hollywoodiano, prevedibile e scontato, ma che poi, andando avanti, coinvolge enormemente ed emoziona, grazie ad una regia che evita la computer grafica e che una volta tanto non fa sfoggio delle esagerazioni e dei vari double-gun fights (espressione usata per definire il personaggio che spara con due pistole contemporaneamente), a cui John Woo & company ci hanno abituati negli ultimi anni, in favore dello spettacolo concreto, nel quale a farla da padrone sono sparatorie e scontri che rientrano nei limiti delle possibilità umane, frutto del grande lavoro svolto dalle controfigure, perchè come lo stesso Hensleigh osserva: “Mi piacciono i numeri acrobatici che gli stunt possono compiere senza l'im-  
 
piego di effetti speciali. Ho dedicato molto tempo a studiare ciò che desideravo fare. Non mi interessava ideare scene spettacolari che sfidano le leggi della fisica”. L’esordio di Hensleigh, vuoi anche per la fotografia naturalistica di Conrad W. Hall (Panic room) che, per enfatizzare la tensione drammatica delle scene, evita di delimitare una gamma cromatica predefinita (ad eccezione di alcune occasionali introduzioni dei toni blu), ricorda non poco lo stile delle pellicole d’azione di circa quindici-venti anni fa, in particolare "The killer" (1989), diretto dal già citato Woo, a cui sembra rifarsi nella sequenza dello sterminio della famiglia di Castle (ma potremmo tirare in ballo anche qualche avventura dell’ispettore Callaghan), i primi film con Arnold Schwarzenegger e Sylvester Stallone, e, soprattutto Darkman di
Sam Raimi, di cui, oltre alla caratterizzazione dei villains ed allo svolgimento di alcune situazioni, sembra ricalcare perfino la colonna sonora. Però bisogna anche tener conto del fatto che Raimi, da grande divoratore di fumetti, si è ispirato a non pochi prodotti della Marvel per poter dar vita al suo eroe sfigurato. Ed a quanto pare, secondo le parole del regista, il film vuole omaggiare principalmente il cinema d’azione di Don Siegel, Sergio Leone, Sam Peckinpah e Clint Eastwood, caratterizzato da una regia di tipo classico, in funzione esclusiva della narrazione. Forse è proprio per questo che, per interpretare il padre di Frank, è stato scelto Roy Scheider, memorabile protagonista de "Lo squalo", nonchè uno dei più popolari volti cinematografici degli anni Settanta. Con un John Travolta ottimo come al solito nel ruolo del cattivo, e massicce dosi di violenza che sfociano nel sadismo e nello splatter, tanto da rendere la pellicola quasi inadatta ad un pubblico giovanile, Hensleigh ci regala uno dei migliori comic-movies degli ultimi tempi: ricco d’azione, scorrevole, nonostante la sua eccessiva durata (120 minuti), e non privo d’ironia. Non a caso una delle migliori sequenze del lungometraggio, splendidamente coreografata, è quella divertente che, ispirata alle prime avventure di James Bond, ci mostra Frank Castle duellare con il colossale “Russo”, che ha le fattezze del lottatore di wrestling Kevin Nash, sulle note di "La donna è mobile" e "Rigoletto". (di Francesco Lomuscio)
 
 
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