e
in latino (l'accento della lingua dei
romani è più che imperfetto).
Per il cineasta sono semplici attanti
di una storia cupa e sacra, strumenti
modesti di un disegno divino, funzioni
di una verità rivelata. Le apparizioni
demoniache, le metamorfosi orrorifiche
dei bambini e dei nani, le numerose
inquadrature modellate sui quadri di
un'ideale galleria religiosa sono bellissime.
Mei Gibson non vuole fare proseliti,
non vuole convincere. , non vuole spaventare,
non vuole spiegare, accusa-
re. Recita, per due ore, la sua preghiera
flagellante e gotica e fustiga il suo attore
protagonista e gli spettatori. Non abbassa
mai contrito lo sguardo e porterebbe, al posto
del Cireneo, la croce.