il Quarto Potere di Welles. Del resto, entrambi i film raccontano ascesi e sconfitta di un Personaggio. In ogni caso, sia per le tematiche affrontate (audacissimo per l'epoca il riferimento incestuoso tra fratello e sorella, tra Tony e Cisca) che per i dialoghi, ma anche per il particolarissimo ritratto Tregendesco di un gangster, il film

 
 
  era davvero troppo insolito per l'epoca, e doveva avere sconvolto non poco gli spettatori di allora. Sono per esempio davvero tante le sfaccettature della personalità di Tony, che sembra credere nella lealtà più di quanto egli faccia nei confronti degli amici (cfr. arrivando per esempio ad uccidere l'amico Guino Rinaldo per gelosia nei confronti della sorella con cui si era appena sposato), che a tratti è feroce e malvagio e altrove subisce il fascino involonta-
 
 
rio di una donna di facili costumi (Lovo, fra l'altro già partner del "socio" Poppy). In un clima di autetica guerriglia urbana, i momenti di distensione non fanno altro che rafforzare la dimensione Enfatica del personaggio e del Potere che gestisce: la vita di Tony tra cravatte camice di lusso e letti comprati alle aste, l'affronto all'amico Poppy, nel dichiarare in modo troppo eloquente l'interesse per la sua fidanzata, l'interesse inedito di Tony per la commedia che va a vedere a teatro, la scena del ballo dove Tony scopre la sorella tra le braccia di uno spasimante, etc. In tutto questo c'è anche un preciso interesse a mettere alla berlina una certa Stampa che, con largo anticipo sui tempi, quasi osannava le imprese criminali dei gangsters (notevole la requisitoria del Capo della Polizia contro, appunto, il Quarto Potere che fa proseliti di un dramma sociale reale). Ciò che rende indimenticabile il film è anche la partecipazione di comprimari, e gli amabili personaggi che Hawks riesce a creare: l'ispettore Guarino, sempre più impotente nel tentativo di tendere una trappola a Tony. O il fidato Guino Rinaldo impersonato nientemeno che da George Raft, un'icona del cinema di genere anche per esperienze strettamente personali: fu amico di molti gangsters, e non a caso divenne uno dei più celebri attori del genere. O ancora Boris Karloff, nei panni di Tom Garfrey, sopravvissuto al Massacro di San Valentino, continuamente braccato dal protagonista, e infine trivellato di pallottole al Bowling in una sequenza tanto feroce quanto ironicamente beffarda (finisce steso a terra come un birillo). E, su tutti, il segretario fesso di Tony, che solo in punto di morte, per ironia della sorte, riesce a chiedere chi c'è al telefono, come se il lavoro per cui viene pagato fosse una ragione superiore alla sua sopravvivenza. Nella parte centrale del film e nel finale, la scritta che campeggia è "Il mondo è vostro - Viaggi Cook", quasi in antitesi a una modernità che celebra la fine di una certa generazione. Al di là dei topoi classici del Noir, "Scarface" è un film perfetto sotto tutti i punti di vista e basterebbero le sequenze finali, con un Muni disperato e senza armi, per capirlo: non c'è alcun tentativo di Umanizzare il personaggio, ma solo renderlo inerme e indifeso davanti alla consapevolezza della propria Morte. Per chi - come lui - era abituato a uccidere a sangue freddo, la paura di perdere qualcosa come se stesso, la propria vita, doveva essere traumatico. Hawks amava la spontaneità registica, e si vedeva: le immagini sono frutto di un montaggio veloce e diretto, le sparatoie avvengono senza artificiosità, quasi fredde nella sua ottica di violenza, e proprio per questa ragione il regista non era mai riuscito a manifestare una grande stima nei confronti dei cineasti della Nuova Generazione, come Leone, Peckinpah o George Roy Hill. Potrebbe usare il termine "improvvisazione" se non fosse che - paradossalmente - questo cinema sembra Pensato in precedenza molto più di quanto lo sia stato in realtà. In ogni caso, la "Vera storia di Al Capone", che ha suggerito a Brian De Palma un famoso remake ("Scarface", 1983, con Al Pacino) resta uno dei vertici assoluti di Hawks e forse l'interpretazione più vibrante e profonda di quel grandissimo attore che fu Paul Muni. "Scarface" è un film di una Modernità assoluta, l'equivalente nel cinema di quello che Il Grande Gatsby di Fitzgerald fu per la letteratura. Un capolavoro.

Lo era IERI, lo è OGGI e lo sarà DOMANI.
(di Luca D'Antiga )


 
 
- Riepilogo
 
     

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