SUSSURRI E GRIDA  
  Scopo di questa rubrica è analizzare i grandi CAPOLAVORI del '900 e quindi di IERI. Contestualizzarli ad OGGI per capire se la prova del TEMPO li ha resi ETERNI o superati. Verranno presi in esame solo opere che all'epoca venivano considerati CAPOLAVORI per capire, analizzando il contenuto e la forma, gli aspetti che li hanno resi tali da essere, circoscritti al loro TEMPO per ovvi motivi sociali o, ETERNI anche OGGI e DOMANI.  
 

Alla morte del magnate Kane (Welles, perfetto nella parte che si cuce addosso: interpreta - con piglio autobiografico e grande maestria - il ruolo del giovane geniale baciato dalla fortuna; con un ghigno diabolico e simbolico e uno sguardo triste e insoddisfatto diventa il "cittadino Kane"), un giornalista indaga sulla sua vita. Il reporter ripercorre così

 
  tutta l'esistenza del tycoon: dall'infanzia alla sua ascesa nel mondo della stampa e della finanza, alla storia d'amore con una cantante lirica mancata, sino alla solitaria fine nella lussuosa e sconfinata tenuta di Xanadou. Ma, soprattutto, cerca di scoprire il significato della sua ultima parola: "rosabella" ("rosebud ", nella versione originale). "Quarto potere", titolo italiano che nasce dalla difficoltà di tradurre in modo efficace l'originale "Citizen Kane ", è parzialmente appropriato. Esso, infatti, coglie uno dei tanti lati del capolavoro di Orson Welles, segnatamente, quello che appartiene al punto di vista sociale, da cui è possibile analizzare il film. "Quarto potere", in verità, ha un'anima pubblica e una privata. La prima concerne la figura di un cittadino al di fuori della norma e si concentra sul potere personale di cui egli dispone, descrivendo la fragilità della democrazia, segnatamente di quella americana, con un popolo sovrano che, de facto, è alla mercé di chi dispone il po-  
 
tere (economico) di informare. E anche quando tale potere è diretto al popolo e facilmente accessibile a tutti i livelli della società, in esso si annida sempre il pericolo di una deriva populista e autoritaria. La libertà di opinione e la conoscenza - elementi fondamentali della democrazia - sono dunque appannaggio del capitale, che le controlla e ne dispone a piacimento. E il potere di controllare i mezzi di informazione è enorme tanto da essere  
 
  equiparato agli altri tre poteri istituzionali (legislativo, esecutivo e giudiziario). Tanto da mettere lo stesso Welles in ginocchio ("con un giornale si può distruggere un uomo, con un film no", come si evidenzia nel documentario "The battle over Citizen Kane" disponibile nel cofanetto della RKO), quando il magnate cui il film è ispirato (W.R. Hearst) decise di intraprendere una battaglia legale e diffamatoria che lo vide contrapposto al regista in un formidabile duello tra titani della modernità. Ciò mise in grave difficoltà il regista, che riuscì a vincere la sua battaglia, anche grazie alla RKO che ne impedì il boicottaggio. L'anima privata del cittadino Kane, però, si contrappone proprio a quel quarto potere che domina la società. L'uomo Kane ha tutto - soldi, donne, fama e successo - ma egli è solo e insoddisfatto, perennemente alla ricerca di qualcosa che non può comprare, né trovare. Né tanto meno creare. È " rosebud " (il "rosabella" italiano è un vero scempio) ciò di cui Kane ha bisogno, ossia l'innocenza infantile, la gioia e la spensieratezza, oltre all'amore puro e incondizionato, da parte di sua madre. Il mistero attorno a " rosebud " è la stessa chiave del film: è solo capendo quella condizione e la triste futilità del potere che il popolo, ispirato da un sentimento di candore e purezza e guidato da una passione reale, potrà raggiungere uno stato di consapevolezza tale da permettergli di dominare la...(continua)  

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