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imbattersi,
in una tale circostanza, nell’orrore
più terrificante; anche
se, l’inquadratura dall’alto
sui due fidanzati è un
segnale di pericolo ben chiaro
per lo spettatore. La seconda
parte del film prende avvio
dall’omicidio del ragazzo
invalido, e conseguentemente
dall’infinita fuga di
Sally, costituendo il simbolo
della presa di
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coscienza dell’incubo.
L’atmosfera perde
ogni connotazione di sospensione
narrativa, divenendo uno
sfibrante flusso di angoscia
e tormento, conforme alla
classica idea del film di
paura, pur mantenendo un’innovata
e singolare attenzione al
dettaglio, al montaggio
serrato e alla ripresa malferma;
tutti fattori concordi nell’infondere
ansia e afflizione. L’arredo
della casa, le piume, il
verso stridulo della gallina
rinchiusa, le ossa sparse
a creare |
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suppellettili
e mobili di perfezione organica...
angoscia, nausea, affanno, disgusto!
Tobe Hooper, inoltre, firma
una pellicola dai contenuti
disturbanti e sconvolgenti,
che solo altri due titoli in
precedenza avevano avuto il
merito di osare: "La notte
dei morti viventi" e "L’esorcista";
quest’ultimo, quasi contemporaneo
di "Non aprite quella porta",
presenta un argomento, abitualmente
rifiutato, troppo spaventoso,
come quello della possessione
diabolica, con la relativa,
raccapricciante, metamorfosi
di una figlia degenerata dalla
malefica influenza. L’opera
di Romero, del 1968, esibisce
un’altra terribile paura,
quella per gli zombi, effigie
della decomposizione della società,
guastata irrimediabilmente,
smarrita anche nei rapporti
familiari, attraverso l’omicidio
di una ragazza divorata dal
fratello e di una madre assassinata
dalla propria bambina. Hooper
realizza un film dalle evidenti
innovazioni, visive e comunicative,
che saranno fonte inesauribile
per autori contemporanei, attratti
dalle tematiche ardite e dalle
geniali riprese. La sporcizia
delle immagini, sgranate, come
incorniciate in una pellicola
amatoriale, assolvono al compito
di suscitare un senso di profonda
sofferenza e di persistente
dolore, mentre le scene più
cruente ispirano un orrore e
una ripugnanza totali, nonostante
gli effetti speciali si limitino
all’esposizione di sangue
e nient’altro; segno di
un terrore orchestrato magistralmente,
senza l’abuso di trucchi
artificiali. Un’ultima
nota riguardo alla sottointesa
ironia che permea il film, coincidente
soprattutto con le battute dei
personaggi, inserite nella prima
parte del racconto; frasi apparentemente
superficiali, senza senso, in
realtà dense di un significato
compreso solo a posteriori.
«Ci saranno momenti in
cui non crederete che quanto
vi accade sia vero. Datevi un
pizzicotto e vedrete che invece
lo è», dice Pam
leggendo l’oroscopo dell’amica.
In effetti, come darle torto??
“2 ore dopo i criminali
venivano arrestati dalla polizia
del Texas. 6 mesi dopo furono
processati e condannati alla
sedia elettrica. L’unica
superstite è tuttora
ricoverata in una casa di cura,
traumatizzata dall’atroce
esperienza vissuta!”
Lo era IERI,
lo è OGGI
e lo sarà
DOMANI.
(di Francesca
Lenzi)
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Riepilogo |
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