immagini, così magnificamente manipolate, trasformate, adulterate da presentarsi quale dipinto magistralmente eseguito. A tale riguardo, continui sono i richiami, più o meno velati, ad opere d’arte, pittorica, cinematografica o letteraria: i tratteggi degli sfondi riportano alla mente le minute e preziose pennellate di Klimt, mentre le linee forti e contorte dei mostri echeggiano la mano di Schiele; al contrario, le unità, spaziali e corporee, della Città del Natale risuonano delle piene e morbide

 
 
  sagome di Botero. Le composizioni scenografiche ricordano le geometrie assurde e disarticolate de "Il gabinetto del dottor Caligari"; le figure smunte e allungate dei pupazzi rimandano alle funeree sembianze di Nosferatu; la storia di Frankenstein è sin troppo riconducibile al personaggio di Sally, creatura smembrata, nata dalle mani di un folle scienziato; la grande comunità di Halloween è lo specchio allargato della famiglia
 
 
Addams, umoristico nucleo nero. Jack, moderno Amleto, declama Shakespeare in un tormentato monologo; in seguito, frenetico ospite della Città del Natale, si curva sui bambini addormentati nel letto, come a riprodurre in un’incisione del Doré l’orco cattivo, chino sui sogni di giovani vittime. Capolavoro senza tempo, "Nightmare Before Christmas", rappresenta la parte poetica della fantasia, tradotta in un leggero fiocco di neve, nello spago blu di una bambola innamorata, nelle due ombre vicine al chiaro di luna.



Lo era IERI, lo è OGGI e lo sarà DOMANI.
(di Francesca Lenzi)


 
 
- Riepilogo
 
 




 

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