e come, a giungere a questo esito, contribuirono anche le ossessioni di esponenti politici e militari ma anche di rappresentanti del mondo intellettuale e scientifico da una e dall'altra delle parti in causa (in una scena del film, il Dottor Stranamore, dopo aver presentato l'orizzonte del mondo postatomico, propone una possibilità di sopravvivenza solo per una parte esigua dell'umanità, all'interno delle profondità sotterranee delle miniere, con una suddivisione della popolazione di dieci donne per ogni uomo, così da consentire un ripopolamento terrestre più rapido possibile), in una suddivisione manichea del mondo tra assolutismi che sembravano assolutamente inconciliabili tra di loro; e come, in questa lotta tra titani, talvolta giocarono anche un ruolo decisivo alcuni dettagli all'apparenza insignificanti, particolari di poco conto ma che in realtà, sembra volerci dire Kubrick, furono determinanti per la conclusione di questa storia. Il film finisce in un modo, la storia, quella con la esse maiuscola, fortunatamente finì in un altro modo; anche se la guerra fredda a metà degli anni sessanta era ancora destinata a durare a lungo (dovevano venire ancora l'impegno americano in Vietnam, l'invasione sovietica dell'Afghanistan, lo scudo spaziale di Reagan e altro), la vicenda cubana si concluse con un atteggiamento di buon senso da entrambe le parti; le navi sovietiche tornarono in patria mentre la marina americana non sparò un solo colpo. Eppure, Hiroshima e Nagasaki c'erano già state ma il mondo sembrava non averne tenuto conto, così come sembravano non tenerne conto il generale americano impazzito e lo stesso Dottor Stranamore e chissà quanti altri personaggi reali di cui i libri di storia non hanno parlato. Fortunatamente, aggiungiamo.
L'umanità ha imparato mai qualcosa dai proprio sbagli? Sembra questa la domanda, dolorosa e sarcastica, che ci lascia l'opera di Kubrick, una pellicola dal significato ancora fortissimamente attuale, benché siano passati quasi cinquant'anni dall'uscita di questo film. Ma di una cosa siamo certi: "Il Dottor Stranamore" è indubbiamente un capolavoro. Lo era ieri, lo è oggi, e lo sarà domani.
(di Michele Canalini )