di R. Gaudiano
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X & Y Nella mente di Anna recensione] - Anna Odell dopo "The reunion" ritorna a dirigere per il grande schermo "X&Y", un progetto cinematografico in cui fa scontrare le dinamiche di genere, intercambiandole, con il preciso intento di far venir fuori le loro identità, le più nascoste ed insidiose.
Ispirandosi a Lars Von Trier, la regista svedese, artista di arti visuali, praticamente conduce un esperimento sociale in cui personalità maschili e femminili si scontrano e si scambiano di ruolo in un confronto dinamico che culmina, a volte, in una vera e propria aggressione verbale che raggiunge i limiti della violenza. Il set del film è costruito in un teatro di posa. La scena iniziale apre al confronto tra la stessa Odell e un'icona maschile, l'attore svedese Mikael Persbrandt per poi invitare sette altri attori scandinavi ad unirsi a loro e giocare ruoli alternati, immedesimandosi nelle loro rispettive personalità. La Odell ama giocare con il confine tra finzione e realtà. Il suo cinema è tout court una ricerca artistica in cui cerca di scoprire il lato nascosto, subdolo dell'essere umano. Così ha fatto in "The reunion" e ancor più audace è il gioco, se vogliamo anche un po' perverso, che prospetta in "X&Y". Guardando il film, la domanda spontanea è: perché la Odell è così quasi ossessionata dal confronto-scontro tra i due sessi, tanto da farne una ricerca che poi traduce in un copione per i suoi film. "X&Y" è un tentativo comunque non proprio riuscito di mettere in scena le dinamiche concettuali e personali che strutturano le identità di genere in riferimento alle scelte della sfera sessuale. L'intercambiabilità dei ruoli fra i vari attori è mal gestita e crea una confusione di personalità fragili, quasi fuori di testa. Mentre il fine della Odell è quello di far cadere la figura atavica del leader-maschio, a cui la società ha sempre dato una considerazione smisurata, e equiparare a questo la figura femminile come una leader potenziale, senza nessuna differenza fra i sessi. Ma è qui che la regista svedese non riesce a convincere, con la pretenziosità della sua opera di essere provocatoria, ibrida, un progetto modale e soprattutto un'opera artistica.
(La recensione del film "
X & Y Nella mente di Anna" è di
Rosalinda Gaudiano)
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