di R. Gaudiano
[
Wolf Call recensione] - Marine Nationale. Chanteraide (Francois Civil) presta servizio a bordo di un sommergibile ed ha il dono dell'orecchio d'oro. Chanteraide è in grado di codificare con l'orecchio suoni molto particolari, come il codice di un sonar nemico, chiamato appunto "Il canto del lupo". In un'operazione pericolosa al largo della Siria per recuperare soldati francesi in attesa sulla spiaggia, qualcosa non va per il verso giusto per l'avvertita presenza di un sottomarino nemico. Su "Orecchio d'oro" pesa la riuscita della missione, e soprattutto il giovane marine deve registrare le esatte coordinate del sottomarino nemico per scongiurarne la minaccia. La tensione è una brutta alleata in queste situazioni e Chanteraide commette uno sbaglio imperdonabile, che fortunatamente non sfocia in tragedia. Sbarcati a Brest, gli uomini dell'equipaggio tirano un sospiro di sollievo, ma Chanteraide deve rispondere ai suoi superiori del suo imperdonabile errore. Opera prima di Antonin Baudry (conosciuto con lo pseudonimo di Abel Lanzac, sceneggiatore di fumetti), "Le Chant du loup" è immersione totale di uomini irreggimentati in regole militari, naviganti nel profondo del mare. Dentro la pancia di un sottomarino, enorme affascinante involucro, che come un utero materno protegge militari altamente addestrati, che dipendono dall'orecchio d'oro di questo giovane, devoto della forza navale francese, identificatore di minacciosi potenziali suoni in acque marine. Ed è proprio grazie a questa prerogativa, che Chanteraide viene di nuovo riabilitato dai suoi superiori per partecipare ad azioni militari delicatissime sempre a bordo di un sottomarino. Esiste, infatti, un pericolo imminente di guerra nucleare. L'equilibrio del mondo è in serio pericolo e per questo il ministro degli Affari Esteri assume con impegno inderogabile la salvaguardia della sicurezza nazionale, in sinergia con il corpo degli ufficiali dei sottomarini. Esistono tre tipi di uomini, dice Socrate: uomini vivi, uomini morti e uomini in mare. Ed è coniugando le differenti azioni tra coloro che operano in superficie e coloro che operano nelle profondità marine a bordo di sottomarini, che Baudry tesse la trama di una narrazione esaltante e sconvolgente. Con una scrittura cinematografica che limita lo spazio del campo filmico, il cineasta francese concentra l'attenzione dello spettatore sulle dinamiche militari inderogabili, tra superiori e subalterni, nella più totale assenza di giudizio condiviso. L'obbedienza rigorosa alla gerarchia struttura così i rapporti tra uomini che servono la Nazione in un particolare momento decisionale che si veste di pericolosità distruttiva e che potrebbe spalancare le porte ad un conflitto nucleare devastante. Lo spazio operativo si spoglia di ideali di amicizia e di rapporti puramente umani. Si diventa obbedienti macchine da guerra. Tuttavia, "Le Chant du loup", nell'affrontare questioni geopolitiche delicate punta a tutto tondo sulla dissuasione nucleare, un pericolo che pare sempre costante per le sorti del mondo, purtroppo troppo spesso affidato alla rigidità di ordini umani, privati di preziose intuizioni. Nell'azione indefessa di un confronto umano, Baudry ci fa omaggio di un'opera filmica considerevole, fluida e forte, per quel che riguarda il rapporto tra natura umana incline alla riflessione e uomini invece sottomessi senza se e senza ma alla gerarchia militare, il tutto argomentato con spettacolari immagini all'interno e all'esterno del sottomarino, senza mai cadere in scene ruffiane di basso sensazionalismo.
(La recensione del film "
Wolf Call" è di
Rosalinda Gaudiano)
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