La recensione del film Wild

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WILD - RECENSIONE

Wild recensione
Recensione

di Martina Farci
[Wild recensione] - Wild racconta le vera storia di Cheryl Strayed (Reese Whiterspoon), una ragazza che a ventisei anni ha deciso di percorrere a piedi il Pacific Crest Trail, attraversando l'America selvaggia per oltre quattromila chilometri. Tra montagne, foreste, animali, rocce impervie, torrenti, caldo e freddo, Cheryl è alla scoperta del proprio io, dopo la morte improvvisa della madre Bobbi (Laura Dern), a cui era molto legata, e del naufragio del suo matrimonio con Paul (Thomas Sadoski). Tratto dal romanzo che la stessa protagonista ha scritto per immortalare la sua impresa, Wild si dimostra uno dei migliori adattamenti cinematografici visti nell'ultimo periodo. Merito anche della sceneggiatura affidata allo scrittore Nick Hornby, che riesce a percepire tutta la potenza della storia e tramutarla in immagini, senza stravolgere il suo punto forte: quel flusso di pensieri, emozioni e paure che fanno di Wild un viaggio oltre se stessi. Perché a differenza dei precedenti film che ne rispecchiano la trama, come Into the Wild e Tracks, in Wild si assiste a un percorso di formazione e di trasformazione non indifferente. Tra la natura selvaggia, lividi e unghie rotte, Cheryl è in fuga da un passato difficile e ingombrante, pieno di sofferenze e scelte sbagliate, dove continui flashback ne danno testimonianza, ma che confermano anche un continuo legame con le persone che ha amato, e con coloro che incontra durante il viaggio. Un viaggio, quindi, all'interno di se stessi, in un flusso di coscienza che la porta oltre i propri limiti fisici e psichici, in una solitudine che poi tanto solitudine non è. Il regista Jean-Marc Vallée, già autore di Dallas Buyers Club, infatti, è bravo a cogliere le piccole e apparenti insignificanti sfumature di un personaggio femminile che è in continua evoluzione, che si dichiara perso ma che non si è mai fermato. Grazie anche ad una messa in scena impeccabile, paesaggi mozzafiato, una fotografia suggestiva e una colonna sonora avvincente, spicca una Reese Whiterspoon in uno dei suoi ruoli più intensi, capace di emozionare per la sua volontà di non arrendersi, di continuare a camminare senza voltarsi indietro. Lo sguardo che ne viene fuori non è rivolto solo alla natura, ma anche, e soprattutto, al proprio io, in una visione del tutto introspettiva e personale. E Wild conquista e commuove proprio per questo senso della vita che sembra camminare su un sentiero parallelo a quello che si percorrerebbe abitualmente, ma risultando ancora più vero e audace, lanciando sassolini di speranza che aspettano solo di esser raccolti. (La recensione del film "Wild" è di Martina Farci)
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