La recensione del film Westwood

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WESTWOOD - RECENSIONE

Westwood recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[Westwood recensione] - L'anarchico stile punk fece la sua comparsa per le strade di Londra a metà degli anni settanta. Vivienne Westwood fu in gran parte la creatrice di questo stile un po' onirico, effervescente, con capi di biancheria indossati sopra anziché sotto i vestiti. La Westwood vestiva le donne in stile punk, con minigonne, collant a rete e scarpe con alti tacchi a spillo. Capi di pelle o di vinile, in stile feticista o sadomaso erano per la Westwood una componente essenziale della moda punk, insieme ai collari di cuoio e ai calzoni con i legacci di cuoio da un ginocchio all'altro, stile bondage. La Westwood è stata ed è tutt'oggi una genialoide stilista in grado di osare nelle sue creazioni della moda oltre l'immaginario, praticando sugli abiti strappi e tagli, aggiungendo, come guarnizioni, spille di sicurezza, cerniere e borchie. In quello che fu il suo famoso centro di vendita per abiti ed accessori di stile punk, Seditionaries, nella King's Road a Londra, gestito con il suo secondo compagno, Malcolm MacLaren, iniziarono a comparire magliette con sopra stampati slogan aggressivi e sovversivi, come svastiche, croci e simboli anarchici. Chi ha filmato per ben tre anni questa straordinaria stravagante affascinante stilista dai profondi occhi azzurri è Lorna Tucker, ex modella, che qui è al suo primo lavoro di filmmaker. "Westwood" è un racconto incisivo ed esaustivo dell'estro creativo di Vivienne, che oggi all'età di 78 anni continua senza battute d'arresto a creare moda con una capacità immaginativa spettacolare. Il suo brand affianca prestigiosi marchi quali: Gucci, Dior e McQueen. Se con Malcolm MacLaren il sodalizio produsse una moda iconica e trasgressiva, con l'attuale marito e socio, Andreas Konthaler, Vivienne gode di un equilibrio creativo estatico, di un'eccentricità sobria, in cui il colore è il protagonista indiscusso delle collezioni. Lorna Tucker riprende ed intervista la Vivienne di oggi, una signora pacata, magnifica nella sua sobrietà e grazia eccentrica. Lo fa intervistandola da sola o riprendendola negli spazi del vasto atelier con suo marito Andreas ed i suoi collaboratori, dove le collezioni di abiti denunciano una straordinaria provocatoria stravaganza di simboli apparentemente contrastanti. Ed è lì che la stilista racconta l'arte della creazione, la tenacia e l'assiduità nel gestire un progetto di design di moda, di quanto sia importante osservare il vestito, il capo, prima che sia dichiarato finito nella sua costruzione. Benché la Vivienne di oggi crei abiti che hanno comunque un'altra proposizione di stile, essi sono sempre distintivi del suo guizzo creativo, proprio della mano e dell'occhio di Vivienne Westwood. Anche nell'attuale collezione di Vivienne e Andreas non manca quella gradevole inconfutabile eversione che richiama, in sordina, ma lo fa, l'ormai passato stile punk, che oggi viene orgogliosamente rappresentato in una piccola sezione del Victoria & Albert Museum di Londra. La Vivienne Westwood raccontata con acutezza ed accuratezza da Lorna Tucker, intrecciando il materiale d'archivio e quello inedito, è una donna che ha avuto il dono talentuoso dell'estro creativo ed ha saputo trasformare le sue idee in meravigliosi manufatti, producendo cultura materiale. "Westwood" si traduce così nel ritratto intimo di una donna, un'icona, che pur di umile estrazione si è distinta per il suo attivismo ed ora con soddisfazione legge il suo nome nei libri di storia della Moda e del Costume. (La recensione del film "Westwood" è di Rosalinda Gaudiano)
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